Reddito di cittadinanza, lo spettro dei tagli: ecco perché possono toglierlo

La misura del Reddito di cittadinanza finisce sotto la lente e si adottano strategie anti-furbetto. Ma i beneficiari onesti devono tenere d’occhio alcuni dettagli.

Reddito di cittadinanza

Se ne era parlato anche nei giorni scorsi, in realtà fin dalla notizia del possibile insediamento di Mario Draghi a Palazzo Chigi. Il Reddito di cittadinanza finisce sotto la lente d’ingrandimento e le norme che ne regolano l’erogazione si fanno sempre più stringenti. I requisiti generali restano gli stessi (condizioni comprovate di difficoltà economica) e anche l’iter di richiesta non cambia. Così come la decadenza del diritto, che avverrebbe nel caso in cui una famiglia non si trovasse più nelle condizioni di necessità che avevano decretato il beneficio.

Ma esistono altre variabili che possono in qualche modo far traballare il diritto al Reddito di cittadinanza. O, in alcuni casi, farlo decadere automaticamente. Potrebbe succedere, ad esempio, nel caso in cui l’Inps venisse a conoscenza di redditi precedentemente non dichiarati. Gli obblighi di condizionalità, infatti, sono fondamentali e nel caso in cui un percepente non rispetti le normative che prevedono il Reddito, l’Inps avrebbe tutto il diritto di operare tagli e revoche.

Un altro punto di deterrenza, che non tutti conoscono, è che l’Inps potrebbe procedere al taglio anche nel caso in cui la somma erogata per il Reddito non fosse spesa completamente. E ancora, l’importo complessivo sul proprio conto in banca: se dovesse superare i 6 mila euro, il diritto al Reddito di cittadinanza decadrebbe. Ma anche ad altre cose occorre prestare attenzione: ai parametri del patrimonio mobiliare e immobiliare per esempio. Se dovessero essere superati, infatti, non si incorrerebbe nella sospensione ma nella revoca. In questo senso, basterebbe ereditare un bene immobile per vederlo sfumare.

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Reddito di cittadinanza, lo spettro dei tagli: i casi di decadenza

I requisiti reddituali, quindi, sono quelli più mutevoli. E, per questo, maggiormente influenzabili da cambiamenti sociali, come ad esempio l‘improvviso arrivo di un bene in eredità. Anche la soglia Isee è da tenere in considerazione: deve essere pari e non superiore ai 9.360 euro. Valori che vanno moltiplicati (su scala di equivalenza) in base alla composizione della famiglia.

In questo senso, anche un membro dello stato di famiglia che dovesse contribuire con un’entrata prima non calcolata muterebbe il diritto al Reddito. Non che non possa lavorare: ma per mantenere il sostegno, la fascia reddituale deve restare al di sotto dei valori previsti. Altrimenti sarebbe decadenza.

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