Bonus occhiali fermo ai box: manca uno step fondamentale all’attuazione

Fermi cinque milioni di stanziamento per l’acquisto di occhiali e lenti. Rallentati dal cambio di governo e anche da una possibile nuova politica dei bonus.

Occhiali
Foto di Dariusz Sankowski da Pixabay

Cinque milioni di euro l’anno, dal 2021 e fino al 2023. Questo il maxi-fondo previsto per il cosiddetto Bonus vista o Bonus occhiali, uno dei numerosi infilati nella Legge di Bilancio che, però, rischiano di non vedere la luce a causa della mancanza di un apposito decreto attuativo. Oppure di un provvedimento emesso dall’Agenzia delle Entrate che consenta loro di entrare in vigore. Il che rende la loro presenza, almeno per il momento, poco più che eterea. Di sicuro non costituiscono a ora dei bonus usufruibili.

Il contributo “vista”, istituito a fondo perduto e destinato all’acquisto di strumenti e dispositivi per il supporto appunto del sistema visivo, rientra in questa categoria. Anche questo è stato pensato per famiglie in difficoltà (l’Isee non dovrà superare i 10 mila euro) per il sostegno delle spese relative a problemi di vista. Quindi occhiali, lenti a contatto e altri strumenti. Un contributo anche importante visto che si tratta di spese ingenti e necessarie.

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Bonus occhiali fermo ai box: i prossimi passi

Da una base di 5 milioni l’anno, viene stabilita l’erogazione di un voucher da 50 euro, il quale consentirà di effettuare direttamente nei negozi preposti l’acquisto di occhiali e quant’altro, usufruendo quindi di uno sconto. Ora, con il cambio di governo, le cose sono rallentate notevolmente. Inizialmente si prevedeva un passaggio semplice da piano a decreto attuativo, con Ministero dell’Economia e della Salute in procinto di trovare la quadra e concretizzare il Bonus. Anzi, i tempi iniziali parlavano di fine febbraio.

Niente di tutto questo. La fine del Conte II ha rallentato le procedure e costretto alla frenata su moltissimi fronti. Nei giorni scorsi si era parlato del caos cartelle esattoriali ma anche del Quinto Ristori. Tutti provvedimenti congelati o rallentati dalla crisi di governo e dal passaggio di consegne fra Conte e Draghi a Palazzo Chigi. Un nuovo governo che, peraltro, non si è mai espresso favorevolmente sulla politica dei bonus “a pioggia”. E che ha già annunciato che a qualcosa toccherà rinunciare. Forse al bonus smartphone per esempio, non ritenuto prioritario.

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