Denaro in giacenza e controlli del Fisco: quando bisogna stare attenti

Avere cifre consistenti sul proprio conto corrente può comportare dei controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate. Ecco quando e perché ciò avviene

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I conti correnti possono essere soggetti a controlli e verifiche da parte dell’Agenzia delle Entrate. Questa però non è una novità. Ciò che i contribuenti vorrebbero capire e quando ciò accade e se con determinate accortezze si può evitare di essere “spiati”.

Non esiste un vero e proprio parametro in tal senso. Quindi chi fa dei calcoli su quanto è bene tenere sul conto già sbaglia in partenza. Non esiste una cifra che consente di non essere soggetti a controlli. 

Bisogna sempre essere in grado di giustificare la provenienza del denaro di cui dispone. In caso contrario il Fisco potrebbe tranquillamente pensare di trovarsi di fronte ad un evasore fiscale. 

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Conto corrente, quando scattano i controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate

Quindi, sono le nostre azioni che possono aumentare i sospetti di chi ha il potere di controllare. Ad esempio se si versano contanti con una certa frequenza e si effettuano pochi prelievi e pagamenti elettronici, qualche dubbio può lecitamente affiorare. Altro caso che può portare ad un’analisi da parte dell’Agenzia delle Entrate è quando c’è un’ampia disparità tra il reddito che si dichiara e ciò di cui effettivamente si dispone. 

Per il resto si possono dormire sonni tranquilli. Avere a disposizioni grosse quantità di denaro non è un problema (sicuramente è un bene per chi ha la fortuna di averli) e non è sinonimo di controlli. L’importante che derivi da attività lavorative, rendite (come affitti di appartamenti) o donazioni (nel caso si collabora per qualche associazione benefica). Insomma, ciò che conta è la trasparenza e più si è in condizione di esserlo e meno bisogna preoccuparsi delle “invasioni” del Fisco nei nostri conti correnti.

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