Tregua fiscale, l’ascia non è ancora sotterrata: l’orizzonte è il Quinto Ristori

La questione non è stata risolta dal Milleproroghe. Ora il prolungamento della tregua fiscale, con marzo alle porte, inizia a diventare impellente.

Fisco

L’andazzo verso la proroga, al momento, non ha visto un vero e proprio atto ufficiale. Nel senso che se è vero che il 28 febbraio scade il termine della tregua fiscale, la promessa di un ulteriore lasso di tempo per ammorbidire l’impatto delle cartelle esattoriali non ha ancora conosciuto sviluppi concreti. Di sicuro il dossier non è finito nel Milleproroghe, il che tiene il termine dell’1 marzo ancora visibilmente sulla corda. In ballo non c’è solo la scadenza di cinque rate della Rottamazione ter ma anche altre due di competenza del Saldo e stralcio.

Il discorso è sempre lo stesso: 50 milioni e oltre di cartelle, ferme grazie al piano anti-Covid e frenate a colpi di decreti, pronti ora a far sentire tutto il proprio peso. E l’orizzonte della proroga, al momento, non è appunto che un orizzonte. Al momento la questione scadenze resta appesa alla speranza di un differimento perlomeno di un paio di mesi, con discorso sospensione prorogato almeno fino a fine aprile. Dopodiché si vedrà. O meglio, si vedrà nei due mesi che dovrebbero fare da interregno.

Cinquanta milioni di atti significa 950 milioni di euro circa. L’Agenzia delle Entrate sembra orientata a esigere i crediti concedendo ulteriore tempo, sia a chi è tenuto a versare (con lo spauracchio dei nuovi crediti maturati, in attesa di partire a marzo) sia per chi esige.

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Tregua fiscale, l’ascia non è ancora sotterrata: il piano del governo

Un compromesso che sembra convenire a tutti, anche perché una potenza di fuoco simile rischia di trasformarsi, vista anche la situazione Covid, in buona parte in crediti inesigibili. A questo proposito, il Ministero dell’Economia sembra orientato a scaglionare l’invio delle cartelle nell’arco di due anni, il che permetterebbe di avere più tempo ma, forse, di non sciogliere del tutto il nodo.

Il problema è l’incertezza legata alla pandemia. Con il rischio concreto che il cumulo di crediti da esigere diventi troppo per una popolazione stremata dalla crisi economica. L’ipotesi di una Rottamazione non è ancora tramontata del tutto. Anche perché, un eventuale prolungamento di due anni sull’invio richiederebbe un intervento normativo sulla questione proroghe e scadenze.

La possibilità che si materializzi nel frattempo una sospensione è contenuta del Decreto Ristori. Il quinto. In sede di dibattito potrebbe esserci spazio per una discussione anche su questo tema, rimasto fuori dal Milleproroghe. I tempi, però, sono decisamente stretti.

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