Reddito di cittadinanza, scomoda verità: le difficoltà di chi non ha un tetto

Misura volta a sostenere le persone maggiormente in difficoltà, proprio coloro che vivono in condizioni di povertà estrema finiscono per riscontrare molti problemi per accedere al reddito di cittadinanza.

Introdotto dal precedente governo, il reddito di cittadinanza si presenta come un importante sussidio a favore delle persone che si ritrovano a vivere delle difficoltà dal punto di vista economico. Non è un caso, quindi, che proprio nell’ultimo anno si sia registrato un boom di richieste.  In seguito alle varie restrizioni volte a contrastare la diffusione del coronavirus, infatti, sempre più imprese hanno dovuto abbassare le saracinesche delle proprie attività.

Un numero crescente di persone, quindi, si ritrova a dover riscontrare delle serie difficoltà nella gestione del budget famigliare. Proprio in questo contesto, come già detto, si inserisce il reddito di cittadinanza, un sostegno economico volto ad aiutare le famiglie rimaste senza lavoro e senza reddito. A differenza di quanto si possa pensare, però, proprio coloro che vivono in condizioni di povertà estrema finiscono per dover fare i conti con varie problematiche.

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Reddito di cittadinanza, scomoda verità: le difficoltà di chi vive in condizioni di povertà estrema

Come già detto, il reddito di cittadinanza è stato introdotto dal Governo Conte al fine di offrire un aiuto economico alle persone maggiormente in difficoltà. Proprio coloro che non hanno cibo e dimora, però, finiscono per dover fare i conti con varie problematiche di tipo burocratico. Come sottolineato da Filippo Sbrana, volontario della Comunità di Sant’Egidio e coordinatore del progetto Housing First, nel corso di un’intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano, infatti: “Quando sei in strada neanche lo sai che esiste il reddito“. Proprio per questo motivo, come spiegato sempre da Sbrana, sarebbe opportuno che ci fossero dei “navigator di strada“.

In questo periodo particolarmente difficile, ad esempio, i volontari di Sant’Egidio, così come di altre associazioni, hanno offerto il loro sostegno a molti bisognosi, aiutandoli anche ad avviare le pratiche per il reddito di cittadinanza e l’affitto. Anche quest’ultimo, purtroppo, risulta quasi sempre difficile da ottenere. “Lo scoglio principale che incontriamo quando una persona fragile, in povertà estrema, vuole affittare una casa con il reddito è quello della firma dell’affitto e della caparra perché il contributo integrativo per l’affitto viene dato solo a chi ha già il contratto firmato. E per farlo servono quei 2-3 mesi pagati cui i più poveri non arrivano”, ha raccontato sempre Sbrana. 

Una situazione particolarmente difficile da gestire, con i volontari di Sant’Egidio che hanno aiutato centinaia di senzatetto ad accedere al reddito di cittadinanza e ad avere un tetto sopra la testa. Un gesto degno di lode, quello della Comunità, che mette in risalto una problematica spesso sottovalutata, ovvero l’importanza di avere delle figure formate che accompagnino i più bisognosi ad accedere alle misure a loro rivolte.

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