I furbetti del cashback: le escogitano tutte, questa è l’ultima trovata

Scene simili a Nervesa e a Lecco: un numero record di erogazioni al benzinaio per scalare la classifica del Cashback. Gestori disperati: “Così le pompe si rompono”.

Cashback furbetto

Probabilmente un record: 148 transazioni in un’ora e mezza. Un’automobilista di Nervesa della Battaglia, in provincia di Treviso, sarebbe riuscito a fare anche questo pur di salire il maggior numero possibile di gradini nella scalata al maxi-rimborso del Cashback. Di fatto un’esasperazione di quella che, a sentire i commercianti, sta diventando più che un’abitudine. Quasi una consuetudine. Quella delle transazioni massicce, anche da pochi centesimi, effettuate per riuscire a posizionarsi al meglio sulla classifica della app IO.

La febbre del Cashback (e di febbre si tratta, visto che in ballo per i primi 100 mila ci sarà un rientro di 1.500 euro) ha colpito soprattutto i benzinai. Come il distributore di Nervesa, che vive una situazione non dissimile rispetto ad altri suoi pari sparsi in tutta Italia. Ultimamente, però, i gestori sembrano iniziare a prendere delle contromisure. Come immortalare e riportare il numero shock di transazioni effettuate.

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La scalata alla classifica sembra più una corsa all’oro. Accade così che qualcuno, pur di rientrare nei 100 mila fortunati, appaia disposto ad applicare più di qualche trucchetto. Una scena simile a quella di Nervesa si è vista infatti anche a Lecco, dove un trentenne ha raggiunto nottetempo un distributore e ha iniziato il proprio rifornimento. Il quale, tuttavia, non si è composto di una singola erogazione. Come avviene spesso, infatti, di rifornimenti ne sono stati eseguiti parecchi. Ben 85 in questo caso, da non più di un euro.

Il tutto, eseguito in appena un’ora. Parola del benzinaio, che su Facebook ha documentato quanto accaduto. Il problema è che questo “trucchetto”, seppure decisamente poco ortodosso, non risulta illegale ai fini del Cashback. Quello dei furbetti, infatti, è un espediente che sfrutta una norma poco chiara, che non vieta esplicitamente questo tipo di comportamento. E il gestore della pompa ne è perfettamente consapevole: “La pompa rischia di rompersi con questo sistema – ha detto a PrimaLecco -. Quello che fa è perfettamente legale, ma se si rompe la pompa chi paga?”. Una domanda che vale tutto il Cashback.

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