Cosa fare quando il phon asciuga i capelli ma brucia (troppa) corrente

Uno strumento piccolo che utilizza migliaia di watt: il phon è spesso responsabile di inattese mazzate in bolletta. Ecco come evitarle.

Phon
Foto di Jo_Johnston da Pixabay

La caccia al risparmio è uno sport che in qualche modo facciamo tutti. Non sempre ricordiamo, però, che è a partire dai piccoli gesti quotidiani che si costruisce la vera sforbiciata in bolletta. Ad esempio, una certa parsimonia nell’uso degli elettrodomestici rappresenta un buon viatico a un cedolino meno esoso. Ce n’è uno, ad esempio, che viene usato frequentemente (più o meno tutti i giorni) e che si rende responsabile di un consumo di energia che non ci si aspetterebbe da uno strumento di dimensioni così contenute.

Il phon consuma. E incide pesantemente sulla bolletta dell’energia elettrica, proprio perché sovente utilizzato dalle persone. Figurarsi se si vive in famiglie numerose. Per questo, nell’acquisto di un simile strumento, vanno tenute in considerazioni un’infinità di variabili, che vanno dalle tipologie di phon al suo utilizzo nella quotidianità.

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Cosa fare quando il phon asciuga ma non è sostenibile

Se si vuole avere un’idea del consumo medio, sappiate che si parla di qualcosa come 2.400 watt, ovvero quasi due terzi dell’energia che può essere erogata in casa. Già questo dà da pensare. Per quanto riguarda l’utilizzo, se un nucleo familiare di 4 persone lo utilizzasse per cinque minuti ciascuno ogni giorno, consumerebbe circa 20 centesimi al giorno. Per un totale di 5 euro alla fine del mese. Il che non è un dettaglio sul bilancio finale (figurarsi se si usa più a lungo). Asciugare i capelli, in questo senso, costa in proporzione ai minuti che si usa il phon. A meno che non si abbiano i capelli particolarmente corti e non sia estate.

Come per ogni cosa, però, risparmiare in bolletta ha un metodo possibile. Per quanto riguarda il phon, ne esistono di diverse marche e, soprattutto, di differenti tipologie. Fra queste, i phon a basso consumo, con un minore dispendio di energia e un’erogazione di molto inferiore di watt al secondo. Ve ne sono, ad esempio, da 1.400 watt (ossia il 30% in meno di quelli tradizionali). Il tutto nell’ottica di un risparmio energetico ma anche di un ridotto impatto ambientale. Insomma, la strada della sostenibilità, anche in questo caso, può essere d’aiuto.

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