Matrimonio: meglio un conto corrente unico o separato?

Nel momento in cui due persone decidono di sposarsi non possono esimersi dal prendere delle decisioni riguardanti anche il proprio futuro economico.

Come scegliere il conto corrente in caso di matrimonio

Con il matrimonio di solito il regime tipico è quello della comunione dei beni. Prima però facciamo un passo indietro e definiamo cosa questo significhei secondo l’ordinamento italiano.

All’interno del nostro codice civile, per comunione dei beni si intende quel regime patrimoniale nel quale i coniugi decidono per la condivisione, di conseguenza ciascun coniuge si farà carico dei debiti e dei crediti dell’altro. Rientrano nella comunione dei beni gli acquisti effettuati dai coniugi, insieme o separatamente, durante il matrimonio.

Vi rientrano anche i proventi derivanti dall’attività lavorativa di ciascun coniuge, se non consumati prima della separazione. Quindi il denaro contenuto all’interno del conto corrente di uno dei coniugi appartiene alla comunione e di conseguenza quello che appartiene a un coniuge appartiene anche all’altro.

Questo diritto potrà essere esercitato solo ed esclusivamente al momento della separazione, prima di tale (eventuale) momento, nei rapporti con la banca ciascun coniuge potrà operare distintamente e autonomamente.

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Matrimonio: meglio un conto corrente unico o separato?

A questo punto per valutare se sia meglio un conto corrente cointestato o due conti correnti diversi e autonomi, è necessario analizzare alcuni aspetti:

  • Il conto corrente in comune è più economico e comodo, in quanto strumento unico di controllo per le spese familiari. Se si attiva a firma congiunta, qualsiasi pagamento dovrà essere autorizzato da entrambi i coniugi, permettendo così maggior controllo sulle spese. Se invece si decide per un conto corrente a firma disgiunta ciascun coniuge potrà operare in totale autonomia per quanto riguarda le operazioni bancarie.
  • I coniugi però possono decidere di tenere due conti distinti come prima del matrimonio, in modo da operare in maniera indipendente e facendo fronte comune solo per le spese familiari. In questo caso ciascun coniuge dovrà gestire le proprie entrate e uscite in autonomia rispetto all’altro coniuge. Le spese per la famiglia si dovranno dividere in parti uguali, ciò comporterà una maggiore responsabilizzazione e coordinamento tra i coniugi stessi. Questa scelta è molto rischiosa e può portare ad avere conti in rosso, se i coniugi non sapranno gestire al meglio il bilancio famigliare.
  • C’è però un’altra possibilità, spesso adottata dalle giovani coppie, che non vogliono perdere la propria indipendenza economica ma non vogliono neppure avere troppi problemi di coordinamento per le spese. Cioè aprire un nuovo conto corrente prima del matrimonio dove verrà versato periodicamente del denaro da entrambi i coniugi per sopperire alle spese famigliari. In questo caso i coniugi terranno operativi anche i rispettivi conti correnti personali.

Come funzionano i prelievi per scopi personali?

Nel caso di conto cointestato, durante il matrimonio uno dei due coniugi può decidere arbitrariamente di prelevare più della metà del denaro contenuto nel conto corrente cointestato per destinarlo a scopi personali. In questo caso, nel momento della separazione, più precisamente quando avverrà la divisione del conto, quel coniuge dovrà rimborsare l’altro delle somme prelevate dal patrimonio comune.

Pignoramento del conto corrente in comunione dei beni

Nel caso di pignoramento del conto corrente cointesto e in comunione legale dei beni la questione si complica. In questo caso i creditori potranno aggredire solo il 50% di quanto depositato in quel conto. Se però il debitore non dovesse riuscire comunque a saldare il proprio debito si rischia un doppio pignoramento, il creditore potrebbe riuscire a pignorare fino al 75% del conto corrente. Questo procedimento non è vietato, ma molto pericoloso perchè agisce sulla sottile linea dell’abuso di diritto.

Separazione: cosa succede con il conto cointestato a firma congiunta o disgiunta

Approfondiamo ora il caso di separazione tra coniugi in regime di comunione dei beni con conto corrente cointestato. La prima distinzione da fare è tra conto corrente a firma congiunta e conto corrente a firma disgiunta (quando i coniugi posso operare in totale autonomia).

  • A firma congiunta: in sede di separazione il saldo attivo verrà diviso al 50% tra i due ex coniugi.
  • A firma disgiunta: la legge dice che i beni depositati siano da considerarsi al 50% tra i due correntisti se i versamenti effettuati durante il matrimonio sono stati equi. In caso di asimmetria, invece, i correntisti avranno l’onere della prova per stabilire il valore reale di loro appartenenza sul denaro nel conto corrente. Il soggetto interessato dall’onere della prova dovrà quindi fornire tutta la documentazione necessaria per stabilire la provenienza del denaro. Finchè non si stabilirà tale ammontare, potrà far richiesta al giudice di sequestro del conto corrente fino ad avvenuta sentenza. Tale sequestro, potrà essere utile anche per scongiurare il fatto, che l’altro coniuge provveda a prelevare indebitamente il denaro depositato nel conto.

Martello dei giudice

Matrimonio e conto corrente cointestato: i pro e i contro

I pro:

  • gestire in modo autonomo il conto, infatti ogni intestatario potrà effettuare operazioni bancarie senza delega, utilizzando carte di credito e debito distinte.
  • miglior gestione delle spese, le quali confluiranno in un conto corrente unico.
  • possibilità di scegliere la formula della firma congiunta, quindi maggior controllo sulle azioni dei coniugi.

I contro:

  • un coniuge può decidere arbitrariamente di prelevare somme di denaro per scopi personali ovvero decidere di svuotare il conto senza avvisare l’altro coniuge.
  • nel caso di pignoramento del conto cointestato, i creditori potranno aggredire il 50% del conto corrente e in determinati casi anche il 75%.
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