Bitcoin: l’impatto ambientale della criptovaluta, quanto consuma

Non ci pensiamo spesso, ma anche le criptovalute hanno il loro impatto sull’ambiente: ecco ad esempio, quanto consuma il Bitcoin

Bitcoin: l'impatto ambientale della criptovaluta, quanto consuma
Bitcoin mining farm in Russia (Fonte foto: web)

Soprattutto negli ultimi mesi, si è parlato molto della moneta virtuale più famosa al mondo, il Bitcoin che ha visto il suo valore salire tantissimo negli ultimi mesi del 2020. Ma ci siamo mai chiesti qual è il vero costo di un Bitcoin? Per capire quanto consuma, dobbiamo parlare del processo di mining. Il processo cioè, che permette di generare nuovi blocchi della blockchain di Bitcoin, che consente di generare in media, un blocco di Bitcoin ogni 10 minuti, “stampando” nuova moneta.

I nuovi Bitcoin appena nati, vengono assegnati al minatore, cioè colui che mina il blocco: vale a dire chi risolve un complicato algoritmo crittografico attraverso dei supercomputer da una potenza di calcolo, e quindi energetica, non indifferente. Quest’operazione, richiede una potenza tale, che i minatori, hanno racchiuso le proprie energie nelle cosiddette Mining Pools, nate generalmente, in Paesi dove l’energia si paga meno.

Questo perché, se ad esempio in Italia, il costo dell’energia elettrica è €0,22 kW/h, nei paesi dove avviene la maggiore attività di mining, ovvero Venezuela, Georgia, Cina e Stati Uniti, il prezzo medio si aggira rispettivamente, convertito, sugli €0, €0,05, €0,07, e €0,12 kW/h.

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Per quanto consuma, quale sarà l’impatto ambientale del Bitcoin

Quindi, si è calcolato che il consumo annuale di energia elettrica dei Bitcoin si aggira su una cifra di quasi 80 Terawatt/h di elettricità. È stato anche provocatoriamente fatto notare, che in pratica, su base annua, il network del Bitcoin ha il consumo di energia pari ad una nazione come il Cile. Mentre se parliamo dell’impronta ecologica, ci accorgiamo che esso, ha lo stesso impatto ambientale della Nuova Zelanda. Le cifre, parlano di 37 milioni di Co2 emessi all’anno.

Le mining farm, non sono altro che enormi ambienti, pieni di processori e ventilatori per il raffreddamento dei pc. In Cina per esempio, dove l’inquinamento delle fabbriche è altissimo, si era arrivati ad una proposta del governo Federale, di un ban all’attività di mining perché troppo inquinante per l’ambiente.

Addirittura, secondo uno studio condotto da esperti, assisteremo ad un: “aumento di due gradi celsius sulle temperature globali, dovuto all’attività di mining Bitcoin nei prossimi 30 anni”. Si sta già lavorando però, per un protocollo di verifica differente dalla proof-of-work di Bitcoin, con meno potenza di calcolo, in favore della sostenibilità ambientale.

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