Tasse non pagate? In quali casi scatta la prescrizione

Cosa accadrebbe qualora non si riuscisse a versare il contributo di tasse previsto? I casi in cui si potrebbe arrivare a prescrivere le cartelle esattoriali.

Tasse
Foto di Michal Jarmoluk da Pixabay

Pagare le tasse è un obbligo di ogni contribuente. In caso contrario, le conseguenze alle quali si va incontro assumono i connotati dell’illecito tributario, con tutte le conseguenze (sotto forma di sanzioni) che ne derivano. Ma, qualora non si sia potuto assolvere al dovere civico (e questo può accadere per un’infinità di ragioni, non solo in senso di illecito), esistono diversi passaggi che, se inevasi, possono culminare con l’atto finale, ovvero quello della prescrizione.

Ma in quali casi è possibile arrivare a prescrivere un mancato pagamento delle tasse? Innanzitutto va fatta una distinzione fondamentale: ciò che va in prescrizione, infatti, non sono le tasse in sé per sé, quanto le cartelle esattoriali emesse per la riscossione. E questo in quanto si tratta dell’ultimo step precedente la prescrizione, come tentativo ultimo del recupero dell’imposta.

Trattandosi, come detto, di un illecito a livello tributario, l’importo dovuto incrementa man mano che il ritardo dilaziona e, il più delle volte, la conclusione non è un lieto fine. Le procedure di riscossione, infatti, prevedono diversi passaggi, fino addirittura al pignoramento dei beni, qualora il pagamento superi determinate cifre. Naturalmente stabilite dalla legge, nel qual caso si parlerebbe di evasione fiscale, cadendo quindi nel penale. Chiaro che le condizioni peggiori si manifestino al raggiungimento di soglie estremamente alte, difficilmente ad appannaggio di un’unica persona fisica.

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Tasse non pagate? Le differenti casistiche di prescrizione per le cartelle esattoriali

Quando scatta invece la prescrizione? In caso di mancato pagamento, l’agente che detiene i diritti di riscossione (dall’Agenzia delle Entrate fino agli enti previdenziali) avvierà i metodi per il recupero del credito, affidando le pratiche di riscossione all’ufficio preposto dell’Agenzia delle Entrate. Dapprima toccherà alla cartella esattoriale, inviata al contribuente come avviso del saldo mancato, con relative tempistiche per ottemperare all’obbligo. Dopodiché, scatteranno man mano i vari atti cautelari, finanche al pignoramento. Qualora non subentrino azioni legali, tuttavia, si manifesteranno le condizioni per la prescrizione.

Un procedimento che, però, si differenzia a seconda dei casi. In una prima casistica si applicheranno i tempi di prescrizione previste per le imposte alla base delle cartelle esattoriali (ad esempio 10 anni per una relativa all’Iva), mentre nella seconda (più gettonata) l’applicazione al termine dei cinque anni.

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