“Dacci i soldi, tuo figlio sta morendo”: l’incredibile truffa senza vergogna

Per fortuna era tutta una truffa, ma è costata un grande spavento alla povera vittima anziana, che credeva che il figlio stesse male

"Dacci i soldi, tuo figlio sta morendo": l'incredibile truffa senza vergona
Carabinieri (Fonte foto: web)

Hanno interpretato bene la parte, ma alla fine sono stati scoperti. La loro truffa andava avanti così: si fingevano marescialli dei carabinieri o avvocati, per raggirare persone anziane. Ai truffati, dicevano che un loro parente stretto, ignaro di tutto, aveva avuto un incidente ed era seriamente ferito.

Se l’anziano ci credeva, allora veniva detto che per evitare guai giudiziari per il parente, bisognava pagare con una consistente somma per un risarcimento. Soldi che poi invece, sarebbero andati ai truffatori. Si concordava con loro un appuntamento, molto spesso direttamente in casa della vittima, così, qualora questa si fosse allontanata per qulche minuto, sarebbe stato anche possibile portar via di casa gioielli ed altri beni.

Qualora la richiesta di diverse migliaia di euro, non fosse stata alla portata della vittima, allora i malviventi chiedevano in cambio, gioielli, oro ed oggetti di valore. Le truffe della banda erano iniziate nel 2018, continuando anche durante il lockdown di marzo-aprile, fino ad essere fermate pochi giorni fa.

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La truffa senza vergogna, poi gli arresti

La banda era composta da sette persone, tutte imparentate tra loro e residenti tra Napoli e provincia. Prima individuavano gli anziani che vivevano da soli, poi riuscivano a risalire al numero di telefono, mettendo a segno diversi colpi, lontano dalla città dove sarebbero stati riconosciuti da qualcuno. Infatti, lavoravano a Roma, specialmente nei quartieri di San Giovanni e Appio-Latino, ma anche in alcuni centri del Friuli-Venezia Giulia.

Al momento, le indagini hanno portato i militari a risalire a 39 truffe ufficializzate, per un totale di circa 40mila euro in contanti, ma anche 100mila euro in gioielli e beni. L’indagine, coordinata dal procuratore aggiunto, Lucia Lotti, era iniziata nel luglio del 2018, coinvolgendo anche i carabinieri di piazza Dante e i poliziotti di San Giovanni, ed anche i carabinieri di Monfalcone per quanto riguarda le truffe in Friuli-Venezia Giulia.

Le indagini sono durate più di due anni, condotte grazie a servizi di osservazione e analisi dei tabulati telefonici, e ieri finalmente hanno portato alle misure cautelari ai danni delle sette persone coinvolte. I truffatori, sono stati denunciati per associazione a delinquere finalizzata alla truffa, estorsione, furto e circonvenzione di persone incapaci, con l’aggravante della minorata difesa per via dell’età avanzata delle loro vittime.

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