Conte si è dimesso: se crolla il governo potremmo perdere i soldi promessi

La situazione precaria del Governo Contro non fa dormire sonni tranquilli agli italiani. Bonus a rischio nel caso di mancata approvazione dello scostamento di bilancio

Alla già difficile situazione dovuta alla pandemia, si è aggiunta anche la crisi di Governo, che potrebbe creare non pochi problemi agli italiani.

Il premier Conte sta cercando in qualche modo di ottenere la fiducia onde evitare il peggio. Un’eventuale caduta dell’Esecutivo avrebbe degli effetti ancor più deleteri.

In tanti sono alla finestra in attesa di capire cosa ne sarà dei bonus previsti nel Decreto Ristori 5 e di quelli introdotti dalla Legge di Bilancio 2021. Cerchiamo di analizzare al meglio la situazione, attenendoci a ciò che ha in serbo la Costituzione in questi casi piuttosto delicati.

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Bonus a rischio, quali saltano in caso di caduta del Governo?

I titolari delle varie attività commerciali che stanno osservando un lungo periodo di chiusura forzata per effetto delle misure di sicurezza, si chiedono se avranno comunque gli aiuti promessi.

La risposta purtroppo è negativa, anche perché il Ristori 5 sarebbe finanziato grazie allo scostamento di bilancio necessario per sbloccare i fondi da 32 miliardi di euro stanziati per gli aiuti. Senza maggioranza in Parlamento però rimane solo un sogno utopistico.

A rendere ancor più drammatico il quadro è la disposizione della Costituzione che prevede che un Governo dimissionario può svolgere solo azioni di ordinaria amministrazione. Naturalmente lo scostamento di bilancio non è tra questi.

In parole povere commercianti, partite Iva e autonomi andrebbero a perdere la possibilità di ottenere i sussidi utili a tamponare le perdite subite durante il periodo natalizio.

L’unica opzione alternativa per evitare che a pagarne le conseguenze sia il popolo (già ampiamente falcidiato dall’emergenza sanitaria e dalle chiusure forzate) è ridefinire il piano da 196 miliardi di euro (Next Generation UE) utilizzando i fondi stanziati per risollevare le attività dalla crisi economica. Una decisione però che spetta al Parlamento.

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