Pensione di accompagnamento, cosa cambia nel 2021

Isopensione, slittano i termini ma non è la sola novità. Tutti i dettagli sulla strategia aziendale dell’accompagnamento alla pensione.

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Si rinnovano i termini per le prestazioni di accompagnamento a pensione. Una proroga fino al 2023, stabilita con la legge n. 178 del 30 dicembre 2020. Si allunga, quindi, il tempo di permanenza nella prestazione per gli assegni di accompagnamento Inps. Per i quali, peraltro, vige una normativa sulle “Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita”, nella quale si precisa come venga regolamentata la questione “nei casi di eccedenza di personale”.

In tali circostanze si cerca di incentivare il trattamento pensionistico dei lavoratori più anziani, cosicché il datore di lavoro si impegna a “corrispondere ai lavoratori una prestazione di importo pari al trattamento di pensione che spetterebbe in base alle regole vigenti, ed a corrispondere all’Inps la contribuzione fino al raggiungimento dei requisiti minimi per il pensionamento”.

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Pensione di accompagnamento, chi ne ha diritto

In sostanza, quindi, un vero e proprio “accompagnamento” alla pensione, così da creare i presupposti per nuove assunzioni. O almeno questo era il piano. Isopensione, così era stata chiamata, può essere richiesta da aziende e lavoratori in contesti di ristrutturazione aziendale o di riorganizzazione o di trasformazione. Nonché, naturalmente, di crisi. Questo tipo di prestazione è interamente a carico del datore di lavoro e, come le altre, necessita di determinati requisiti minimi, sia contributivi che anagrafici.

I destinatari possono essere sia dirigenti in esubero che lavoratori dipendenti a tempo indeterminato. Il trattamento pensionistico al quale si è accompagnati sarà quello più prossimo, quindi o la pensione anticipata oppure quella per raggiungimento dell’età pensionabile. Per quanto riguarda l’anno in corso, con la Legge di Bilancio 2021 vigerà qualche novità: oltre al prolungamento dello scivolo pensionistico di sette anni (fino al 2023), l’ultima decorrenza per accedere a questo trattamento sarà all’1 dicembre 2023, con risoluzione del rapporto di lavoro entro il 30 novembre precedente.

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