Smart working, deroga al 31 marzo: poi cosa accadrà?

Decisa la data sulla proroga dello smart working per il settore privato. Per i pubblici, sarà il 31 gennaio, ma dopo cosa succede?

Smart working (Fonte foto: web)

Ufficialmente, lo smart working semplificato resterà in vigore fino al termine dello stato d’emergenza, ossia al 31 gennaio 2021. Una modalità di lavoro scelta ormai da quasi un anno, che il Governo ha approvato al primo vero lockdown e che ha preferito prolungare, per minimizzare i numeri del contagio.

Proprio il Governo, ad oggi, grazie alle disposizioni anti-Covid, appoggia e raccomanda il lavoro in smart working per i dipendenti, ed anzi lo consiglia anche ai genitori con figli in Dad o in quarantena. Ad oggi è già previsto un termine per il lavoro da casa, sarà il 31 gennaio, dopo essere stato prorogato di due mesi tramite il decreto Milleproroghe, entrato in vigore lo scorso 31 dicembre.

Il lavoro agile, può essere applicato di diritto dai datori di lavoro privati, ad ogni rapporto di lavoro subordinato. Fino al 31 marzo, parliamo di settore privato, i datori di lavoro potranno comunicare per via telematica al ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, i nominativi dei lavoratori e la data di cessazione della prestazione di lavoro in modalità agile semplificata. Resta, il diritto dei genitori che operano nel settore privato e con un figlio under 14, di accedere alla procedura semplificata e continuare lo smart working.

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Genitori e settore pubblico, le scadenze per lo smart working

Ricordiamo che i termini di cui sopra si possono verificare solo se nel nucleo familiare non c’è un genitore beneficiario di cassa integrazione o disoccupato. Il decreto Agosto invece, decide che fino al 30 giugno 2021 i genitori con un figlio in condizioni di disabilità grave hanno diritto a svolgere lo smart working anche senza un accordo con il datore di lavoro. Passiamo poi, ai lavoratori fragili. Per loro è prorogata al 28 febbraio 2021 la disposizione ad utilizzare il lavoro agile, e la stessa data è estesa anche per la disposizione che equipara i periodi di assenza dal servizio al ricovero ospedaliero per i lavoratori in condizione di rischio.

Settore pubblico: scadenza per il lavoro in smart working al 31 gennaio. Ciò grazie alla disposizione del Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 31 dicembre 2020. Quindi le amministrazioni, soltanto fino alla fine di gennaio, dovranno assicurare lo svolgimento a rotazione del lavoro in smart working, di almeno la metà del personale, su base giornaliera, settimanale o plurisettimanale.

Le amministrazioni tra l’altro, oltre ai lavori fragili, considereranno anche volontarietà, nonché condizioni di salute dei dipendenti. Per andare verso un finale, 31 gennaio per i pubblici, 31 marzo per i privati, sono gli ultimi termini dopo il quale il lavoro agile decadrà. A meno che il Governo non intervenga a breve quindi, i lavoratori dopo quelle date torneranno regolarmente in ufficio a svolgere il loro lavoro.

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