L’allarme degli ex malati: di covid non si guarisce mai

Molte persone si sono ritrovate a fare i conti con il cosiddetto long covid. Ad avvalorare questa tesi è anche uno studio condotto all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo

Covid
Fonte Pixabay

Il covid-19 ha di fatto rivoluzionato il mondo, ma questo ormai è appurato. Ciò che col passare del tempo sta venendo alla luce sono le conseguenze che il virus sta lasciando in dote in diverse persone che lo hanno contratto.

In tanti dopo diversi mesi pur essendo negativi al tampone non sono del tutto guariti. Sono stati ribattezzati pazienti long covid e si ritrovano a fare i conti con sintomi (non sempre lievi) anche a distanza di qualche tempo.

Non ha importanza se la forma di coronavirus avuta sia stata grave o meno. A prescindere da ciò può capitare di potarsi dietro stanchezza cronica, debolezza muscolare, fiato corto, disturbi del sonno e anche qualche vuoto di memoria.

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Long Covid, le testimonianze degli ex pazienti

Questo è ciò che è stato affermato da alcuni ex pazienti tra cui c’è anche Antonella (61 anni) un medico di base che non ha nascosto di aver subito un vero e proprio trauma che sta curando con l’aiuto di figure specializzate. Nella sua mente ancora echeggiano le continue sirene di marzo 2020 e i continui squilli di cellulare.

Mauro (38 anni) invece nella vita fa il consulente finanziario. Dopo aver contratto il covid e aver passato praticamente un mese all’ospedale di Bergamo, ha fatto fatica a tornare alla normalità. Lui, sempre dinamico e ligio al dovere si è ritrovato a fare i conti con appuntamenti dimenticati e con la stanchezza eccessiva dopo aver fatto azioni normalissime come ad esempio una normalissima camminata.

Medesima sorta toccata a Giovanna, giovane mamma di appena 33 anni. Oltre ai sintomi già citatati la donna ha avuto anche disturbi d’ansia e dolori muscolari che le hanno fatto mettere da parte l’attività fisica (prima si dilettava in corsi di zumba).

Long Covid, lo studio condotto dall’ospedale Papa Giovanni XXIII

Questi sono stati solo alcuni degli oltre 1500 casi seguiti nelle attività di follow up svolte dal nosocomio di Bergamo Papa Giovanni XXIII. Il direttore dell’Unità di Malattie Infettive Marco Rizzi ha condotto uno studio sui dimessi dalla struttura tra febbraio e settembre 2020 (età media 59 anni e oltre il 60% composto da uomini) che ha portato alla luce degli effetti post covid da non trascurare.

A distanza di circa 3 mesi diversi pazienti presentavano ancora dispnea, astenia e anosmia. Altri sono stati affidati a psicologi per una valutazione dei bisogni riabilitativi e hanno manifestato ansia, depressione e stress post-traumatico.

Insomma, i medici sono arrivati alla conclusione che il covid in alcune circostanze non finisce con la negativizzazione del tampone, ma va via completamente a distanza di tempo. In questo modo però ha degli effetti sulla qualità della vita delle persone, che possono sentirsi condizionate. Serviranno però altri studi e soprattutto altro tempo per poter capire di più su queste tematiche che di primo impatto possono sembrare spaventose.

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