Cambiale, cos’è il protesto e quanto dura: attenzione alla scadenza

Una domanda frequente per chi ha un credito inevaso. In quali casi il protesto di una cambiale decade? Ecco quello che c’è da sapere.

Cambiale
Foto di Steve Buissinne da Pixabay

Non ci sono solo le lungaggini burocratiche a caratterizzare i procedimenti di pagamento. A volte può capitare di incorrere, per un motivo o per un altro, a dover fare i conti con processi di riscossione di credito. I quali, il più delle volte, riflettono condizioni di crisi anche piuttosto accentuate. In questi casi, capita anche di fare ricorso alle varie strumentazioni che consentono di rinviare un pagamento. Oppure di attrezzarsi per farlo nel più breve tempo possibile. La cambiale non fa eccezione: uno dei titoli più usati per chi deve riscuotere un credito qualora le condizioni economiche lo permettano.

Quindi la domanda, prima o poi, potrebbe finire per sorgere spontanea: quanto dura il protesto di una cambiale? Esiste innanzitutto un registro informatico che tiene in conto tutti i protesti inoltrati. Un database attivo da oltre vent’anni, che è andato a sostituire il vecchio archivio cartaceo. Qui vengono inseriti tutti i dati utili, della cambiale e della persona. Se presente nel registro elettronico, il protestato assume una cattiva reputazione creditizia.

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Cambiale, cos’è il protesto e quanto dura: i casi limite

Sul piano della durata, il protesto può prolungarsi per un massimo di cinque anni. E questo a norma di legge. Alla scadenza del termine, il nominativo viene automaticamente rimosso dal registro. Ovviamente questo avverrebbe prima nel caso il debito venisse estinto prima dei cinque anni previsti.

In sostanza, per far decadere un titolo di credito insoluto dall’elenco dei protesti, le soluzioni sono due: la cancellazione per pagamento e per decorso di termine. Naturalmente si tratta di due casi distinti: nel primo si può assolvere o entro i 12 mesi dalla levata del protesto, oppure dopo un anno dal momento della levata del protesto.

Nel secondo, la questione è più spinosa. Dopo cinque anni il protesto decade ma attendere fino a quel momento potrebbe essere un cattivo affare. Innanzitutto perché il soggetto in questione è iscritto nel registro per un periodo decisamente lungo, il che può esporlo a una sorta di pubblicità negativa. Tutti i soggetti, potendo consultare il registro, vengono anche a conoscenza dello status di cattivo pagatore. E, in questi casi, accedere a nuovi crediti potrebbe essere difficile.

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