Ministra Azzolina e il mistero del rossetto rosso: svelato l’arcano

Al centro dell’attenzione per via del momento che sta vivendo la scuola a causa del Covid, sono in molti a chiedersi il motivo per cui la ministra Azzolina usi sempre il rossetto rosso.

Lucia Azzolina
Fonte foto: TIZIANA FABI/AFP via Getty Images

In un momento particolarmente difficile come quello attuale, a causa del Covid, la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, si ritrova a dover gestire uno dei settori maggiormente colpiti. Studenti e insegnanti, d’altronde, si sono ritrovati a vivere in una scuola diversa da quella a cui erano abituati e ancora oggi sono molti i dubbi su come intervenire al fine di garantire a tutti la miglior soluzione possibile.

In attesa di scoprire cosa verrà deciso in merito al futuro della scuola, oggi parliamo di una curiosità riguardante proprio la ministra Azzolina, Oltre al suo ruolo istituzionale, infatti, in molti non hanno potuto fare a meno di notare come la ministra sfoderi sempre un rossetto rosso fiammante. Una decisione non affatto casuale, con la stessa ministra che ha spiegato qualche tempo fa i motivi alla base di tale scelta.

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Ministra Azzolina e il mistero del rossetto rosso: ecco il motivo

Nel corso di un’intervista rilasciata qualche tempo fa al Venerdì di Repubblica, Lucia Azzolina ha parlato delle inquietudini dell’adolescenza, delle prese in giro per il suo cognome, fino ad arrivare a spiegare il motivo per cui indossi sempre un rossetto rosso. A tal proposito, infatti, ha spiegato: “Già al liceo mi chiamavano Cazzolina, e ne ridevo, e ora, per aiutarli a ridere, mi tingo le labbra ancora di più“.

Una rivelazione inaspettata, quella della ministra, che ha in questo modo voluto parlare a cuore aperto, rivelando un lato nascosto della sua personalità. Sempre nel corso della stessa intervista, infatti, ha affermato: “Non sono femminista militante, anche se, quando ho letto le volgarità sessiste contro di me, una forte tentazione mi è venuta“.

In merito alla sua vita da ragazza ha poi aggiunto: “A casa non c’erano libri e dunque in questo senso, sono nata poverissima. Mio padre Vito è un agente di polizia penitenziaria in pensione, mia madre Antonella è casalinga. Mia sorella Rossana nacque quando avevo sei anni, in famiglia era dura far bastare uno stipendio che non arrivava a 1.800 euro“.

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