Un imprenditore anonimo ha donato 7500 euro ai pescatori di Mazara

Un imprenditore di Forlì ha voluto fare un regalo di 7500 euro ai 18 pescatori siciliani che erano stati rapiti in Libia.

Fonte foto web

Dopo un sequestro lungo 108 giorni i 18 pescatori bloccati in Libia sono tornati a casa lo scorso 20 dicembre, in tempo per trascorrere le vacanze di Natale con i propri cari.

Sono arrivati nel porto di Mazara del Vallo sui due pescherecci Antartide e Medinea che sono attraccati sulla banchina “Ruggero Settimo”. Al loro arrivo i familiari, sistemati in un gazebo di fronte ai motopesca, li hanno accolti con un lungo applauso e al loro sbarco hanno fatto volare in aria decine di palloncini rosa.

Un lungo suono delle sirene dei motopescherecci di Mazara fermi nel porto ha accompagnato il loro rientro.

Nei lunghi 108 giorni della loro assenza la diocesi di Maraza del Vallo ha cercato di aiutare le famiglie dei pescatori. “In questi mesi trascorsi dal 1° settembre la Diocesi è stata vicina ai parenti dei pescatori – ha ribadito il vescovo, monsignor Domenico Mogavero – aiutandoli a pagare le utenze quotidiane e andando incontro anche ai bisogni per i figli negli studi scolastici e universitari”.

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Donazione anonima per i pescatori di Mazara da parte di un imprenditore di Forlì

Da lontano però, precisamente da Forlì, un imprenditore, che ha scelto di restare anonimo, seguiva la vicenda. L’imprenditore ha seguito il caso sui media e si è messo in contatto con la segreteria del Vescovo, chiedendo così di poter donare la somma per aiutare le famiglie.

La diocesi di Mazara del Vallo ha effettuato i bonifici di 416 euro su ciascun conto delle famiglie dei 18 pescatori liberati lo scorso dicembre, dopo 108 giorni di dura prigionia in Libia.

La somma totale di 7.500 euro è stata versata quindi dall’imprenditore di Forlì sul conto della Diocesi di Mazara del Vallo, con l’espressa indicazione di dividerla in parti eque e trasferirla alle famiglie dei pescatori rimaste coinvolte nella vicenda finita alla ribalta mondiale.

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