Scuole chiuse, la prof. Saraceno: “Vaccinate i giovani prima degli anziani”

Scuole chiuse anche per mancanza di fondi, l’Italia ha bisogno di correre ai ripari, la richiesta di vaccinare i giovani

Scuole chiuse, la prof. Saraceno: "Vaccinate i giovani prima degli anziani"
Prof Chiara Saraceno (Fonte foto: web)

La protesta della sociologa, filosofa e accademica italiana, Chiara Saraceno, sulle pagine di Repubblica. Non piace l’Italia che mette in secondo piano la scuola in presenza e quindi, i propri giovani.

Il perché è legato anche ai costi sociali e culturali, ma il fatto è molto grave ed in futuro il Paese ne pagherà lo scotto.

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Costi sociali: ce ne accorgeremo tra qualche anno

La professoressa Chiara Saraceno, una voce molto conosciuta e stimata del nostro Paese, lancia quella che può sembrare una provocazione. In realtà non si tratta di altro che una reale idea ed un suggerimento al Governo: “Questa sottovalutazione dei costi per i più giovani – inizia la professoressa Saraceno – può condurre anche a scelte miopi sulle priorità nella vaccinazione anti-Covid 19. Per evitare che le/gli adolescenti e giovani spargano il contagio sarebbe più efficiente vaccinarli per primi, dopo gli operatori sanitari, insieme ai loro insegnanti”.

Insomma, non si può continuare a fermare l’istruzione, come ancora, spiega la professoressa: “Dato che hanno una mobilità e socialità mediamente maggiore dei vecchi  si raggiungerebbe prima l’immunità di gregge che non dando priorità ai ‘grandi anziani’ come me, che tutto sommato possono continuare a proteggersi ancora per un po’, mentre potrebbero riprendere a frequentare in sicurezza i nipoti”.

Studenti e personale Ata da vaccinare subito, per nutrire il motore scolastico e quindi farlo ripartire appieno nel minor tempo possibile. L’idea della Saraceno però, andrebbe a scontrarsi, soprattutto nei primi tempi, con le volontà stesse dei vaccinati. Da un recente sondaggio infatti, si è evinto che sia studenti che insegnanti, sarebbero tutt’altro che felici di ricorrere al vaccino anti-Covid. Pensiero, quello di tanti italiani, che però potrebbe cambiare in poche settimane.

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