Covid, terapie intensive ko e senza 3000 anestesisti: il dramma dei numeri

I risultati di uno studio di Anaao Assomed evidenziano le differenze tra regioni circa la battaglia in corso contro il Covid tra terapie intensive realizzate e unità di anestesisti a disposizione.

anestesisti terapia intensiva
Photo by Luis Melendez on Unsplash

Siamo in battaglia contro il Covid ma le armi che utilizziamo in alcuni casi sembrano davvero spuntate. Almeno stando ai risultati dello studio Anaao Assomed sui posti letto di terapia intensiva utilizzati per l’emergenza Covid e sulla carenza degli anestesisti: in 15 regioni viene superato il limite di sicurezza del 30% ed è carente in termini di numeri il personale specialista in anestesia e rianimazione.

Per l’Anaao, aumentare di 3.500 i posti di Terapia intensiva, come stabilito dal decreto ‘Rilancio’ “significa aver bisogno di 2.800 nuovi rianimatori. Se si considera che “il saldo tra neo-specialisti e pensionati quest’anno è negativo di 301 per gravi errori di programmazione sul numero di contratti di formazione specialistica accaduti negli ultimi 10 anni, ci si rende conto che non ci sono rianimatori sufficienti, non solo per garantire la assistenza richiesta dall’incremento dei posti di Terapia intensiva, ma nemmeno per coprire il naturale turnover legato ai pensionamenti”, spiega l’associazione di categoria.

Lo studio si focalizza inoltre sulla reale efficacia delle misure adottate dal Governo, e declinate nelle varie regioni, nei confronti dei reparti più coinvolti nella gestione dell’infezione da Covid ,ovvero le terapie intensive che hanno sempre rappresentato il fronte più caldo nella battaglia al virus.

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Covid, l’analisi di Anaao Assomed su anestesisti e e terapie intensive:”Paura per saturazione dei posti letto”

In Italia, a inizio dicembre, oltre il 40% dei posti letto di terapia intensiva era occupato da pazienti COVID, con punte regionali molto elevate (Lombardia 59%, Piemonte 57%). Non tutte le Regioni partivano dallo stesso livello di dotazione di posti letto quando è scoppiata la pandemia, segno di una grande eterogeneità tra i territori: “il Piemonte ad esempio aveva 7,3 posti letto di terapia intensiva per 100.000 abitanti, la Liguria ne aveva 12,1; incredibilmente basso anche il dato della Provincia autonoma di Trento, con 5,9”, spiega l’Anaao.

Infine, la vicenda Campania è: “unica regione per la quale esiste una differenza notevole tra posti letto di terapia intensiva dichiarati al 2018 e al 2020 pre-pandemia nell’ordine del 34% dei posti totali: 506 al 2018, ma solo 335 al 2020 (171 posti letto in meno)”.

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