Lavoro, ecco l’effetto Covid: 1 italiano su 3 ha perso l’assunzione

Nei primi nove mesi dell’anno le assunzioni attivate sono calate del 34% rispetto allo stesso periodo del 2019 a causa della pandemia da Covid.

lavoro Covid
Fonte: Pixabay

Il crollo c’è ma meno sostenuto. I dati forniti dall’Osservatorio sul precariato Inps tra gennaio e settembre 2020 evidenzia che nei primi nove mesi dell’anno le assunzioni attivate dai datori di lavoro privati sono state 3.801.000, con una contrazione rispetto allo stesso periodo del 2019 (-34%) dovuta agli effetti dell’emergenza legata alla pandemia Covid-19.

Questa contrazione, che nel mese di aprile ha toccato il picco del -83%, si è progressivamente ridotta raggiungendo il -20% nei mesi estivi in concomitanza con le aperture realizzate per l’allentamento della morsa del Covid sul nostro Paese.

Il calo, secondo i dati Inps, ha riguardato tutte le tipologie contrattuali, risultando però più accentuato per le assunzioni con contratti di lavoro a termine (intermittenti, somministrati, a tempo determinato). Le trasformazioni da tempo determinato sono risultate 376.000, in flessione rispetto allo stesso periodo del 2019 (-31%). Nel 2019, il volume delle trasformazioni era risultato eccezionalmente elevato (712.000) anche per effetto delle modifiche normative dovute al “Decreto dignità”.

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Il lavoro al tempo del Covid, i dati dell’Osservatorio Inps

Le cessazioni nel complesso sono state 4.058.000, in forte diminuzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-21%). Tale diminuzione è stata particolarmente accentuata per i contratti a tempo indeterminato e di apprendistato nel periodo marzo-settembre (-33% per entrambi sullo stesso periodo dell’anno precedente) per effetto anche del divieto di licenziamento per ragioni economiche.

Nel periodo gennaio-settembre 2020, 58.023 rapporti di lavoro (32.225 assunzioni e 25.798 trasformazioni a tempo indeterminato) hanno usufruito dei benefici previsti dall’esonero triennale strutturale per le attivazioni di contratti a tempo indeterminato di giovani fino a 35 anni (legge n. 205/2017).

Un valore in diminuzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-31%). I rapporti così incentivati costituiscono il 5% del totale dei rapporti a tempo indeterminato attivati (assunzioni + trasformazioni).

La contrazione dei licenziamenti economici relativi a rapporti di lavoro a tempo indeterminato è stata pari al -71% nel secondo trimestre e pari al -62% nel terzo trimestre; nel contempo i licenziamenti disciplinari, che nel corso del secondo trimestre era anch’essi diminuiti (-31%), nel terzo trimestre sono aumentati (+26%)

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