Sulle vincite delle lotterie nazionali e dei Gratta e Vinci è prevista una tassa fissa che trattiene lo Stato: a quanto ammonta?
Quando capita la giornata giusta in cui si centra un ambo o un terno al Lotto, di solito, presi dall’emozione, non ci si fa troppe domande: la gioia è più forte di tutto. Ma quando si va a riscuotere, c’è un’amara sorpresa di cui forse non avevamo tenuto conto: le tasse. E la cifra che fino a pochi minuti prima ci sembrava ben delineata, improvvisamente si ‘svaluta’.
Del resto la tassa sul gioco che trattiene lo Stato sulle vincite, non è certo una cosa nuova. Però in pochi sanno che la percentuale sale di tanto in tanto, fino a toccare nel 2020 la quota choc del 20% di trattenute! Ecco perché il fortunato vincitore convinto di incassare mille euro, se ne ritrova solo 800. Ma vediamo quali sono le percentuali che abbassano la reale portata della vincita.
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Ho vinto mille euro al Lotto, me ne hanno pagati 800: la tassa della Fortuna
La sorpresa del 20%. Tutte le vincite superiori a 500€ al SuperEnalotto, SuperStar, SiVinceTutto, Win for Life ed Eurojackpot sono soggette alla nuova soglia di tassazione per la parte di vincita eccedente i 500€. La nuova tassazione al 20% si applica anche alle lotterie ed ai “Gratta&Vinci“. La vecchia soglia della “Tassa sulla Fortuna” era pari al 12%, in vigore dal 1° ottobre 2017.
Nella Legge di Bilancio 2020, Lotto e 10eLotto sono stati tenuti fuori dall’aumento delle tassazione sulle vincite al 20%. Negli ultimi anni i due giochi erano già stati soggetti a due aumenti sostanziosi. Le vincite al Lotto, dunque, restano tassate all’8% e quelle del 10eLotto all’11%, a prescindere dalla somma vinta.
Chiarita l’entità delle tasse, la domanda poi è lecità: dove vanno a finire i soldi che lo Stato ci trattiene dalle vincite? Secondo quanto stabilito dal decreto dei Monopoli di Stato tutto il ricavato “per il 94% è versato all’erario“. Il restante 6% è utilizzato per integrare il montepremi relativo alle vincite di quarta e quinta categoria del SuperEnalotto.