Stop alla fuga di cervelli: 1 milione di euro a chi resta in Sicilia

Pubblicato il decreto del Governatore Musumeci che mette a disposizione delle startup siciliane fondi accessibili sotto forma di credito di imposta.

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Fonte: Pixabay

Ammontano ad 1 milione di euro per il 2020 i fondi previsti dal programma “Resto in Sicilia” che prevede risorsi accessibili sotto forma di credito di imposta in virtù di una convezione tra il dipartimento Finanze e Credito dell’Assessorato dell’Economia regionale e l’Agenzia delle Entrate.

Il decreto ,che porta la firma del Governatore Musumeci, prevede ulteriori agevolazione dei soggetti già beneficiari del programma governativo “Resto al Sud”. Nel prossimo triennio sono 4,7 milioni di euro i fondi complessivamente messi a disposizione dei giovani imprenditori dai 18 ai 45 anni e utilizzabili come compensazione con il modello di pagamento F24.

Ad oggi risultano circa 800 le startup siciliane già beneficiarie di “Resto al Sud”, giovani imprenditori che hanno deciso di sfidare la crisi aprendo nuove attività produttive nel settore dell’industria, dell’artigianato, ma anche nella fornitura di servizi e nel campo del turismo, così come nella trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e acquacoltura.

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“Resto in Sicilia”, il programma in aiuto delle startup: come fare domanda

La domanda di contributo deve essere presentata attraverso una apposita istanza al dipartimento Finanze e credito dell’Assessorato dell’Economia della Regione Sicilia fino al prossimo 31 dicembre per i fondi previsti per il 2020 e dal 15 al 31 maggio per i fondi previsti nel 2021 e nel 2022 (rispettivamente 1,7 e 2 milioni di euro).

Il credito di imposta è parametro ad alcune voci di imposte di specifica riscossione della Regione Sicilia come l’addizionale regionale, la tassa automobilistica per i mezzi di proprietà necessari al ciclo o al trasporto di prodotti in modalità di conservazione, l’imposta di registro, ipotecaria e catastale e il bollo per l’acquisto di beni immobili presenti nel territorio regionali e connessi allo svolgimento dell’attività per la quale si chiede il contributo.

Un ulteriore strumento finanziario con il quale sostenere, in questo particolare periodo di difficoltà economica, il proprio sviluppo“, ha spiegato il vicepresidente e assessore all’Economia della Regione Siciliana, Gaetano Armao

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