Pausa pranzo: in smart working è gelatomania

A testimoniare questa tendenza durante la pausa pranzo in smart working è stato il fondatore di una start-up romana Gelsana

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Fonte Pixabay

Cosa mangiano in pausa pranzo le persone che ormai da mesi sono state relegate allo smart working? La risposta è di quelle che nessuno si aspetterebbe, ovvero il gelato. Le pause pranzo contingentate e in solitaria infatti danno sfogo alla voglia di trasgressione dei lavoratori che con questo genere di “pasto” non devono nemmeno perdere tempo a cucinare.

A rendere fattibile questo connubio ci ha pensato anche la sfera metereologica. Novembre 2020 è stato decisamente caldo e ciò ha favorito la voglia di qualcosa di fresco, come appunto il gelato. 

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Il nuovo gelato che rallegra la pausa pranzo in smart working

A proposito di questa bella novità, ha detto la sua Daniele Frasca co-fondatore della start up romana Gelsana che produce, vende e distribuisce coppette a marchio “Perfecto – Naturalmente Italiano” al gusto cioccolato, pistacchio, nocciola e vaniglia nella città Eterna. 

Al contrario di quanto si aspettava per vie delle restrizioni, il mese scorso è stato un periodo prosperoso per la sua attività. Di fatto è stato in linea con l’andamento di settembre dove le condizioni climatiche e di mobilità delle persone erano decisamente differenti.

Il resto lo hanno fatto la qualità e le proprietà sane del prodotto che viene concepito con molti meno zuccheri e grassi aggiunti. Nello specifico per la sua preparazione (artigianale che si ispira al modello industriale visti i numeri elevati di produzione) viene utilizzata la farina di semi di carruba. Lo zucchero da barbabietola grezzo è l’unico dolcificante che viene usato e che lo rende più equilibrato. Inoltre, spazio alle fibre che variano a secondo del gusto che viene preparato: 9,3% nel cioccolato, 5,6% nella nocciola, 8,2% nel pistacchio ed infine il 5,8% nella vaniglia

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