Buoni postali cointestati, che ruolo giocano sull’aumento del valore ISEE?

Andiamo a scoprire se e come possono incidere i buoni postali cointestati sul valore del nostro ISEE. Un informazione importante da sapere per evitare pesanti sanzioni

Buoni postali cointestati
Fonte Pixabay

Uno dei metodi storicamente utilizzato dagli italiani per preservare e far fruttare i propri risparmi è senza dubbio il buono postale. Si tratta di uno strumento semplice e accessibile ad ogni fascia d’età. Essendo rilasciati in tutti gli uffici postali sparsi per il territorio nazionale, elimina anche l’imbarazzo per le persone più attempate di dover utilizzare strumenti tecnologici online.

Nella prassi del Bel Paese spesso e volentieri questo servizio viene cointestato con altri membri del nucleo familiare. L’esempio più calzante è sicuramente quello genitori e figli, nonni e nipoti, ma anche marito e moglie. Per questo è bene analizzare l’impatto che può avere sull’ISEE per capire se può comportare un aumento di valore.

Questo indicatore infatti prende in considerazione tutti i beni di natura economica riconducibili ad un soggetto che richiede delle particolari agevolazioni e/o sussidi pubblici.

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Buoni postali cointestati, il loro impatto sul modello ISEE

L’ISEE è stato introdotto con il D.L. 201/2011 è serve appunto per misurare la ricchezza dei cittadini. Con il successivo D.Lgs 66/2012 sono state inserite delle sanzioni in caso di dichiarazioni mendaci. L’obiettivo è quello di evitare di erogare servizi e prestazioni agevolate a chi non ha i requisiti necessari.

Per effetto di ciò è bene comprendere che ruolo giocano i buoni postali cointestati in tal senso. L’argomento lascia diversi dubbi visto che molti buoni vengono cointestati a figli e nipoti quando sono molto piccoli e quindi da grandi potrebbero effettivamente non essere a conoscenza di ciò.

Dunque la differenza la fa la consapevolezza. Chi li ha sottoscritti personalmente non ha scusanti, chi non ne è a conoscenza può invece evitare di incorrere in provvedimenti piuttosto spinosi.

In sintesi va dichiarata la propria percentuale del buono di cui si è titolare. Dunque in caso di 2 intestatari il 50%, in caso di 3 il 33% e così via. 

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