Bonus tablet e pc “Svantaggioso per i cittadini”, ecco cosa non quadra

Una modifica urgente delle condizioni di accesso al bonus tablet e pc: è quanto chiede Federconsumatori che sottolinea come sia svantaggioso per gli utenti il Piano Voucher.

Bonus pc e tablet
Fonte: Pixabay

“Svantaggioso”, è la critica giunta da Federconsumatori al piano governativo di erogazione del voucher per l’acquisto di pc, tablet e fruizione di contratti di connessione:in questi giorni le nostre sedi hanno ricevuto numerose richieste di informazioni e assistenza in merito ai voucher stanziati dal Ministero dello Sviluppo Economico per agevolare l’accesso a internet in banda ultra larga alle famiglie meno abbienti. Il cosiddetto “Piano Voucher” presenta innegabili criticità: soprattutto in relazione agli oneri per i beneficiari e alle condizioni di accesso all’agevolazione stessa” spiega l’associazione dei consumatori.

I voucher sono riservati agli utenti che sottoscrivano un contratto di accesso a internet con velocità almeno di 30 Mbps o che comunque, in caso di contratto già in essere, preveda prestazioni migliori a quelle attuali: “tale condizione genera però un doppio svantaggio nelle aree afflitte dal digital divide per la banda larga e ultralarga, poiché i residenti in queste zone non solo non possono disporre di connessioni ad internet con prestazioni elevate, ma finiscono per restare esclusi anche dalle agevolazioni economiche del Piano Voucher”, sottolinea Federconsumatori.

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Bonus pc e tablet, le criticità evidenziate da Federconsumatori

Bonus pc e tablet
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Federconsumatori evidenzia anche degli aspetti di criticità legati a questa misura tra cui:

-l’inadeguatezza del tetto di spesa per gli apparati il prezzo dei dispositivi che rispondono alle specifiche tecniche indicate, che di fatto è quasi sempre superiore ai 300 euro previsti dalla normativa, quindi il contributo si trasforma solo in uno sconto sul costo del device;

-la volontarietà dell’adesione al Piano da parte dei gestori;

-la prerogativa di scelta tra tablet e pc da abbinare all’offerta è assegnata esclusivamente all’operatore: quest’ultimo punto non si pone in antitesi con il diritto di libera scelta degli apparati da parte degli utenti, risulta lesivo della libera concorrenza sul mercato e prospetta veri e propri fenomeni di lock-in contrattuale (con difficoltà a svincolarsi).

Alla luce di queste criticità sono stati richiesti al Governo dei correttivi in vista della partenza della seconda fase del piano:

-allargare la platea degli aventi diritto alle agevolazioni alle aree di digital divide;
eliminare la velocità minima di connessione richiesta;

-svincolare l’acquisto di PC e tablet dall’obbligo di farlo in bundle con la sottoscrizione del servizio di connettività (permettendo quindi ai beneficiari di acquistare i dispositivi in autonomia anche presso altri canali);

-rendere obbligatoria l’adesione al Piano da parte dei gestori;

-rendere trasparenti e chiare le caratteristiche tecniche ed economiche delle offerte predisposte dagli operatori, mettendo l’utente in condizione di verificarne la effettiva disponibilità al proprio domicilio prima di aderirvi;

-assegnare l’onere di misurazione della connessione non all’utente, come attualmente previsto, ma all’operatore;

-richiedere, in luogo della semplice autocertificazione, la presentazione dell’ISEE per evitare utilizzi impropri dell’agevolazione.

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