Tregua fiscale, sanatoria per le tasse non pagate: in questo caso bastano 200 euro

Buone notizie per molti contribuenti che potranno sanare determinate tipologie di irregolarità versando solamente 200 euro. Ecco di quali si tratta.

Importanti novità in arrivo sul fronte della tregua fiscale. Di recente, infatti, il Consiglio dei Ministri ha deciso di rivedere alcune delle sanatorie contenute nella legge di Bilancio 2023, posticipando diversi versamenti. Ma di quali si tratta? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.

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Aprile 2023 è alle porte, eppure ci ritroviamo ancora a dover fare i conti con gli strascichi dell’anno passato. In particolare sono in tanti a riscontrare, purtroppo, delle serie difficoltà ad arrivare alla fine del mese. Questo per via dei vari fattori, come l’aumento generale dei prezzi, che pesano sulle nostre tasche.

A peggiorare la situazione le possibili ripercussioni a causa di alcuni debiti pregressi con il Fisco. Proprio in tale ambito, pertanto, interesserà sapere che in determinati casi è possibile sanare determinate tipologie di irregolarità versando solamente 200 euro. Ma di quali si tratta? Entriamo nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito

Tregua fiscale, sanatoria per le tasse non pagate, in questo caso bastano 200 euro: cosa c’è da sapere

Come si evince dal comunicato stampa numero 26 del Consiglio dei Ministri, quest’ultimo ha di recente apportato delle modifiche ai  “termini previsti dalla legge di bilancio per l’accesso ad alcune delle misure definitorie previste; in particolare:

  • viene rinviato al 31 ottobre 2023, in luogo del 31 marzo 2023, il termine di versamento della prima rata previsto per la regolarizzazione delle violazioni di natura formale;
  • vengono modificati i termini per l’accesso al cosiddetto “ravvedimento speciale”;
  • sempre in relazione al ravvedimento speciale, si prevede che la regolarizzazione debba essere perfezionata, in luogo del 31 marzo 2023, entro la data del 30 settembre 2023″.

Soffermandosi sul primo punto, è bene sapere che si tratta di una sanatoria che coinvolge le cosiddette violazioni formali. Ovvero irregolarità e inosservanza di obblighi o adempimenti di natura formale, per cui risultano competenti gli uffici dell’Agenzia delle Entrate. Questo a patto che si tratti di irregolarità che non risultino rilevanti per la determinazione della base imponibile, liquidazione e pagamento di Iva, Irap e così via.

Definizione delle irregolarità formali: occhio alle tempistiche

Entrando nei dettagli, lo scopo di tale agevolazione è quello di favorire la regolarizzazione di errori lievi e irregolarità formali che possono però rendere più difficoltosa l’attività di controllo dell’Agenzia delle Entrate. Tra errori oggetto di interesse, ad esempio, si annoverano dichiarazioni annuali incomplete e mancata presentazione di liquidazioni periodiche Iva. In quest’ultimo caso, però, l’imposta deve essere stata pagata.

Ma non solo, anche l’omessa comunicazione della cedolare secca dell’affitto oppure la tenuta irregolare delle scritture contabili. In questo caso, per risolvere la propria situazione, è sufficiente versare 200 euro, da suddividere in due rate. La prima scadenza era fissata al 31 marzo 2023. In seguito alle novità introdotte dal Consiglio dei Ministri, però, la scadenza della prima rata da 100 euro è stata posticipata al 31 ottobre 2023. La seconda rata, sempre da 100 euro, invece, dovrà essere versata entro il 31 marzo 2024.

Tregua fiscale, in cosa consiste il nuovo ravvedimento speciale e cosa cambia

Anche il nuovo ravvedimento speciale, è bene sapere, è stato introdotto grazie alla Legge di Bilancio 2023. Ebbene, stando a quanto si legge sul sito dell’Agenzia delle Entrate, tale agevolazione consente di:

“regolarizzare le violazioni concernenti le dichiarazioni validamente presentate relative al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2021 e ai periodi di imposta precedenti. Questa agevolazione permette ai contribuenti di versare un importo pari a un diciottesimo del minimo edittale delle sanzioni previsto dalla legge, oltre all’imposta e agli interessi dovuti”.

Originariamente i soggetti interessati avrebbero dovuto pagare entro il 31 marzo 2023 l’intero importo oppure la prima rata in caso di pagamento rateale. Sempre entro il 31 marzo, inoltre, doveva essere rimosse le irregolarità e le omissioni oggetto del ravvedimento. In seguito alle modifiche apportate dal Consiglio dei Ministri, come già detto, è stato previsto che la regolarizzazione debba aver luogo entro il 30 settembre 2023.

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