Mutuo e risparmi, incredibile cosa accadrebbe se la banca fallisse!

Cosa succederebbe al mutuo e ai risparmi nel momento del fallimento della banca? Il rischio non è solo teorico, meglio sapere come agire.

Gli istituti di credito possono fallire. Questo è un dato di fatto – si guardi Credit Suisse e Silicon Valley – dal quale sapersi difendere.

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Nursenews.it

I risparmi degli italiani sono depositati in banca. I cittadini sono tentati di pensare che il conto corrente sia il luogo più sicuro per tutelare il proprio denaro anche se con l’inflazione in atto hanno compreso come avere soldi fermi sul conto non sia tanto conveniente. Il potere d’acquisto diminuisce sempre più e per questo motivo è consigliabile investire le somme non toccate. I Buoni Fruttiferi sono la soluzione più adatta ai piccoli risparmiatori mentre il trading online è riservato a chi approfondisce la conoscenza con i mercati finanziari.

Ma cosa accadrebbe ai risparmi – oppure al mutuo – qualora la banca dovesse fallire? Il rischio di tale eventualità non è remoto e i contribuenti devono sapere come agire qualora la possibilità si trasformasse in realtà.

La tutela dei risparmi in caso di fallimento

La misura emergenziale per eccellenza è il Fondo Interbancari di Tutela dei Depositi (Fitd) che in Italia comprende anche i depositi a risparmio liberi o vincolati ossia i conti deposito, gli assegni circolari e i certificati di deposito. Qualora una banca dovesse fallire, i depositanti riceverebbero indietro il loro capitale fino ad un importo massimo garantito dal Fondo, 100 mila euro a cliente per ogni istituto di credito e 200 mila euro nel caso di conto cointestato.

Ogni somma eccedente tali limiti non risulta coperta. Significa che non sarà rimborsata e i clienti dovranno accettare la perdita dei risparmi. Gli importi rimborsabili, invece, torneranno ai proprietari entro sette giorni dalla data in cui si produrranno gli effetti del provvedimento di liquidazione coatta dell’istituto di credito.

Dopo i risparmi quali conseguenze per il mutuo?

Nel momento in cui una banca dovesse risultare in difficoltà, verrebbe acquisita da un nuovo Gruppo bancario. Significa che i mutuatari continuerebbero a versare le rate mensili alle stesse condizioni. E se l’acquisizione da parte di un nuovo istituto non dovesse verificarsi?

Il Tribunale interverrebbe per recuperare i crediti dai clienti. Il mutuatario dovrà, dunque, seguire il precedente piano di ammortamento. Chi sperava che il debito venisse annullato, dunque, dovrà ricredersi. Rimane comunque la possibilità di rinegoziare il mutuo oppure chiedere la surroga per migliorare le condizioni.

Diverso il caso in cui il mutuatario ha difficoltà nel pagare le rate. Se una banca ne acquista un’altra potrebbe valutare i crediti deteriorati o che non si possono più esigere ad un valore inferiore a quello nominale e il cliente potrebbe rinegoziare con la nuova banca le condizioni.

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