Pensione: uscire dal mondo del lavoro a 64 anni è possibile, con doppio assegno

Buone notizie per molti lavoratori che possono uscire anticipatamente dal mondo del lavoro all’età di 64 anni e avere ben 571 euro al mese. Ecco chi ne ha diritto.

Buone notizie per molti lavoratori che, in possesso di determinati requisiti, possono uscire anticipatamente dal lavoro all’età di 64 anni e ottenere un assegno pari a 571 euro al mese. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.

pensionati all'età di 64 anni
Conto Corrente Online

Il lavoro ricopre, senz’ombra di dubbio, un ruolo importante nella nostra esistenza in quanto ci consente di ottenere il denaro necessario a fronteggiare le varie spese. Allo stesso tempo non si può negare come si riveli essere, spesso, anche una fonte di preoccupazione. Non crea stupore pertanto il fatto che siano in tanti a voler uscire anticipatamente dal lavoro, magari accedendo già alla pensione.

Ebbene, proprio in tale ambito, pertanto, interesserà sapere che giungono buone notizie per molti lavoratori che, in possesso di determinati requisiti, possono uscire anticipatamente dal lavoro all’età di 64 anni e ottenere un assegno mensile pari a 571 euro. Ma chi ne ha diritto? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.

Pensione, uscire dal mondo del lavoro a 64 anni e avere 571 euro al mese è possibile: cosa c’è da sapere

Come ben noto, per poter andare in pensione è necessario essere in possesso di determinati requisiti sia dal punto di vista contributivo che anagrafico. A tal proposito abbiamo già avuto modo di vedere assieme come, ad esempio, per poter ottenere la pensione di vecchiaia sia fondamentale anche la presenza di un terzo requisito. In assenza di quest’ultimo, infatti, non è possibile ottenere l’assegno.

A proposito di assegni erogati dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, interesserà sapere che molti lavoratori potranno beneficiare della pensione anticipata a 64 anni. Ma di chi si tratta e come è possibile? Ebbene, ad averne diritto sono tanti commercianti a rischio chiusura per via della crisi economica in atto.

Questo grazie alla cosiddetta rottamazione delle licenze commerciali. Ovvero un indennizzo erogato dall’Inps a favore di coloro che chiudono un’attività commerciale una volta raggiunta l’età di 64 anni, fino al raggiungimento dell’età di 67 anni. Ovvero l’età in cui è possibile beneficiare della pensione di vecchiaia ordinaria.

Entrando nei dettagli, così come si evince dal sito dell’Inps, tale misura si presenta come una forma di indennizzo per coloro che optano per la cessazione definitiva dell’attività senza aver ancora raggiunto i requisiti per la pensione di vecchiaia. Entrando nei dettagli ne hanno diritto:

“gli iscritti alla Gestione commercianti che esercitano determinate attività:

  • attività commerciale al minuto in sede fissa, anche abbinata ad attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, in qualità di titolari o coadiutori;
  • attività commerciale su aree pubbliche, anche in forma itinerante, in qualità di titolari o coadiutori.

Per effetto delle norme vigenti, tra i beneficiari rientrano anche:

  • gli esercenti attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, in qualità di titolari o coadiutori;
  • gli agenti e rappresentanti di commercio”.

L’importo di tale indennità, come già detto, è pari a 571 euro al mese, per tredici mensilità. Il tutto a patto che l’attività venga definitivamente chiusa perché in crisi. Non si può beneficiare di tale agevolazione, infatti, se l’attività viene ceduta a terzi, magari ad un familiare. Per questo motivo i soggetti interessati devono riconsegnare la licenza al Comune di competenza ed effettuare la cancellazione sia dal registro delle imprese che dal registro degli esercenti il commercio.

Impostazioni privacy