Festa della donna, c’è chi festeggia e chi si spoglia: queste le tariffe

Ogni anno tornano puntuali le polemiche, in molti casi, legate ai festeggiamenti per la Festa della donna. Cosa si festeggia?

Nel nostro paese gli ultimi anni hanno rappresentato momenti di profonda riflessione in merito alla natura delle celebrazioni in questione e a ciò che poi, successivamente, nel tempo, la cosa è diventata. Ogni anno la discussione si ferma, tutto si concentra sulla natura di questa particolare “festa”, su quello che dovrebbe rappresentare, per molti e su quello che invece rappresenta per altri. Il confronto per certi versi è potenzialmente infinito.

Festeggiamenti
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Come prima cosa andiamo a comprendere quelle che sono le origini di questa associazione, come mai 8 marzo, Festa della donna, per intenderci. Il discorso potrebbe avere in qualche modo numerosi fondamenti. In realtà spesso si litiga anche su quello. Chiaramente ad un certo punto della storia, la ricorrenza in questione viene individuata come momento di celebrazione dell’immagine femminile e non solo. Il ruolo della donna, la sua emancipazione, la conquista dei suoi diritti e quant’altro.

In linea di massima navigando sul web è non solo è molto facile incrociare parecchie versioni circa l’origine di quelli che oggi appaiono come veri e propri festeggiamenti, quasi di massa. Il fatto principale, dal quale nascerebbe tutto secondo molti sarebbe un presunto incendio divampato a New York l’8 marzo del 1908 in cui persero la vita numerose donne. Negli anni però il fatto in questione è stato etichettato come un vero e proprio falso storico.

L’evento fu infatti creato ad arte da un gruppo di femministe che volevano ricordare in realtà una vera tragedia verificatasi nella fabbrica Triangle di New York, il 25 marzo 1911, dove morirono 146 persone, per lo più donne. Secondo altri poi le origine potrebbero trovarsi anche nei fatti che caratterizzarono la Rivoluzione Russa nel febbraio del 1917. Le donne, infatti in segno di protesta marciarono insieme agli uomini contro la famiglia dei Romanov andando incontro a numerosi scontri. Numerose le morti anche in quel caso.

In ogni caso la prima celebrazione ufficiale riferita a una giornata dedicata alle donne nacque su proposta del partito socialista americano, siamo nel 1908. In quell’occasione si diede vita, infatti al “Woman’s Day”. Sempre negli Stati Uniti, di fatto il 23 febbraio 1909 si celebrò la prima Giornata internazionale della donna e l’anno successivo in occasione della Conferenza internazionale della Donna a Copenaghen, fu deciso un giorno comune da dedicare alla stessa festività.

La proposta però non passò e ogni paese iniziò per cosi dire le celebrazioni per conto proprio in giorni diversi. L’8 marzo divenne per tutti la Festa della donna soltanto nel 1977, quando l’Assemblea generale delle Nazioni Unite invitò nuovamente tutti gli Stati a decidere un giorno comune. Nel nostro paese le prime celebrazioni furono organizzate dal Partito Comunista il 12 marzo del 1922. Le celebrazioni ebbero valenza molto politica nel corso del ventennio fascista. Nel 1945 la prima celebrazione nell’Italia libera e speranzosa nel proprio futuro.

Simbolo della Festa della donna è la mimosa, fiore di stagione, se pensiamo alla data di marzo, scelto in passato anche per la sua economicità per omaggiare in qualche modo la donna. Oggi, il tutto, acquisisce spesso, troppo spesso un sapore diverso, qualcosa secondo molti è andato perduto.

Festa della donna, c’è chi festeggia e chi si spoglia: quanto guadagna uno spogliarellista

Il dibattito è spesso aspro in merito. Secondo molte, moltissime donne, oggi si sarebbe perso del tutto quel senso di profondo rispetto che in qualche modo si deve a questa giornata. Nel corso degli anni, infatti i “festeggiamenti” per la giornata in questione si sono spesso ridotti ad uscite di gruppo tra donne che spesso culminano con l’accesso in locali in cui in qualche modo si eccede per gusto ed altro. Protagonisti di certe serate sono paradossalmente gli uomini, che si spogliano per intrattenere tutte le donne presenti.

In questo caso, parliamo di un vero e proprio particolare business legato all’8 marzo. Da qualche anno abbiamo, per esempio, serate organizzate da ristoranti, locali, addirittura pacchetti gestiti da agenzie di viaggio che comprendono festeggiamenti cena e quant’altro. In più il business principale, forse, quello che riguarda il vero e proprio intrattenimento, lo spogliarellista. Parliamo di cifre altissime, in media per “noleggiare” per pochissimi minuti, alla fine, un uomo che si spogli a comando, tutto sommato.

Andando ad indagare su quelli che sono i siti web che in un certo senso danno la possibilità di organizzare particolari spettacoli scopriamo che mediamente per acquistare le “abilità artistiche” di uno  spogliarellista maschile in Italia si spendono mediamente tra i 200 e i 300 euro circa. Parliamo di cifre importanti, certo, cifre che in qualche modo sono chiaramente ammortizzate dalla presenza di un gruppo spesso folto. A guadagnare, però, ovviamente è una persona soltanto.

Bisogna poi considerare che lo stesso “professionista” in questione possa magari partecipare a più feste nel corso della stessa serata e quindi guadagnare moltissimi soldi, almeno in teoria. Il dilemma è tutto qui. L’eccesso, la piaga, che in qualche modo ha preso quella che è la celebrazione ormai standard della stessa festa. Contrari e favorevoli. Il dubbio è ormai da anni perennemente lo stesso. Condivisibile o meno? Si sono davvero persi certi valori o no?

Le idee più o meno colorite delle stesse protagoniste, le strumentazioni politiche. La Festa della donna, negli ultimi tempi, nel nostro paese non è altro che questo. Di commemorazione, di raccolta, di riflessione, c’è davvero poco, se non in qualche raro momento celebrativo dal tocco istituzionale. Cosa vuol dire oggi essere donna si chiedono in molte. Altri forse, già lo sanno e per questo pensano a divertirsi, una volta all’anno, dicono. La verità è che non esiste torto o ragione. Questi sono i nostri tempi, queste le idee che circolano, giuste o sbagliate che siano.

C’è chi cerca la riflessione, per l’appunto e chi lo svago, a torto o ragione. Contestabile o meno, l’espressione di ciò che accade è la stessa espressione di un pensiero, piaccia o meno. Teoria, riflessioni forzate, lasciano spesso il tempo che trovano. La donna è donna ogni giorno, questo sembrano voler dire in molti, per altri, forse nemmeno è il caso di ricordarlo. Ragione? Torto? Parole.

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