Regime forfettario, nuovi limiti nel 2023: e arriva il chiarimento Ade sulla fatturazione elettronica

Regime forfettario, cambiano alcuni criteri per il 2023. Obbligo di fattura elettronica per redditi inferiori a 25mila euro annui? Cosa dice la FAQ dell’Agenzia delle Entrate. 

Nonostante siano diverse le riforme che il governo ha deciso di rinviare, in particolar modo quella che riguarda la previdenza, restano comunque diverse le novità che sono state introdotte con la legge di bilancio 2023. Sono anche cambiati in parte i criteri di valutazione per l’entrata e la permanenza nel regime forfettario. 

regime forfettario
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Si tratta di uno speciale regime agevolato, della durata di cinque anni, a cui possono accedere coloro che aprono una partita Iva per la prima volta. Un regime che consente di pagare molte meno tasse rispetto a quello ordinario. Il primo cambiamento introdotto sul tema dal governo Meloni, ha riguardato la soglia entro cui si può restare nel forfettario. Il reddito massimo sale infatti a 85 mila euro. Restano invece invariati altri criteri. Non bisogna, per rientrare nel regime agevolato, aver sostenuto spese, per collaboratori o dipendenti, superiori a 20 mila euro annui lordi

Regime forfettario, ecco quando può decadere il beneficio: attenzione alle soglie reddituali

Inoltre non si possono percepire contemporaneamente anche redditi da lavoro dipendente superiori a 30 mila euro. Il principio resta dunque quello di privilegiare nell’accesso al regime agevolato, le fasce reddituali più basse. Oltre un certo guadagno annuale infatti, non si ha più diritto a rientrare nel regime forfettario. Questa possibilità non può però in alcun modo essere concessa, come ribadito dalla legge di bilancio, a società, associazioni e cooperative.

E questo in quanto si tratta di un regime agevolato pensato esclusivamente per i liberi professionisti, e non per il mondo imprenditoriale. Questo è infatti il criterio di valutazione. 

Non sono previsti limiti di età per l’entrata nel regime agevolato

Ed è per questo che a differenza dei requisiti per l’entrata nel regime dei minimi, non sono previsti limiti di età per entrare nel regime forfettario. Il beneficio infatti decade solo nel momento in cui il reddito sale oltre la nuova soglia degli 85 mila euro annui. L’Agenzia delle Entrate nel 2019 ha pubblicato una circolare molto importante, proprio per chiarificare come funzionano i requisiti di accesso e le soglie reddituali. Il limite di reddito previsto, va infatti inquadrato nel regime contabile che è stato applicato nell’anno di riferimento. Se ad esempio ho aperto più attività, con codici ATECO diversi tra di loro, il limite deriverà dalla somma complessiva di questi ricavi. Se mi trovo invece in contabilità ordinaria, i ricavi possono essere calcolati applicando esclusivamente il regime di cassa. 

Regime Forfettario, la FAQ dell’Agenzia delle Entrate chiarisce gli obblighi sulla fatturazione elettronica

Alcuni mesi fa, nel dicembre 2022, l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato una Faq molto importante. Un documento che ha lo scopo di spiegare proprio come funziona il calcolo dei limiti reddituali. Il chiarimento verteva in primo luogo sui nuovi obblighi di fatturazione elettronica. Con le modifiche introdotte negli anni scorsi, il vero quesito è se, un libero professionista con un reddito inferiore ai 25 mila euro annuali, dovesse comunque aderire obbligatoriamente alla fatturazione elettronica a partire dal 1 Gennaio di quest’anno. 

Come scrive l’ADE nei chiarimenti ai contribuenti “si applica a partire dal 1° luglio 2022 per i soggetti che nell’anno precedente abbiano conseguito ricavi ovvero percepito compensi, ragguagliati ad anno, superiori a euro 25.000, e a partire dal 1° gennaio 2024 per i restanti soggetti.” Una conferma importante dunque da parte dell’ente pubblico, che continua a valere il limite reddituale dei 25 mila euro annui. Sotto questa cifra, i titolari di Partita Iva non hanno l’obbligo di presentare fattura elettronica.

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