Opzione Donna, nuove modifiche in vista? Il governo cambia tutto, cos’è successo

Opzione Donna potrebbe subire delle nuove modifiche? Ecco cos’è successo nell’ultimo incontro tenuto dal governo con i rappresentanti del Movimento. 

Il futuro del nostro sistema sistema previdenziale, resta ancora molto incerto. Nella legge di bilancio 2023, non sono stati infatti introdotti cambiamenti significativi sul tema. Il governo si è più che altro limitato a prorogare le misure considerate indispensabili. Anche se in alcuni casi, è stato comunque deciso di depotenziare la misura

opzione donna
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Come accaduto ad esempio con Opzione Donna. Il meccanismo di anticipo pensionistico è stato infatti notevolmente ridimensionato. È può essere adesso concesso soltanto alle donne lavoratrici che si trovano in particolari condizioni di disagio. E proprio per parlare di questo tema, il Ministro del Lavoro Marina Calderone ha incontrato le rappresentanti del Movimento Opzione Donna. Sul tavolo di discussione, c’era per l’appunto la profonda scontentezza generata dal rinnovo di una misura, che è stata nei fatti depotenziata. Le due rappresentanti del Movimento, Teresa Ginetta Caiazzo e Lucia Rispoli, hanno chiesto al Ministro di ampliare la platea che può accedere ad Opzione Donna. 

Opzione Donna, Calderoli: “C’è una questione molto più ampia … ”

Al termine della riunione, è stata la stessa Ministra a spiegare ai giornalisti come sia intenzione del governo riflettere sugli appunti pervenuti su Opzione Donna. Un discorso che però secondo la Calderoli va oltre la singola misura: “Opzione donna pone una questione molto più ampia che è la possibilità di andare in pensione per le donne tenendo conto di una carriera contributiva che non può essere parificata a quella degli uomini”.

E sembra dunque, che vi sia la volontà da parte dell’esecutivo guidato dalla Meloni, di accogliere alcune richieste del Movimento Opzione Donna. Una delle ipotesi è ad esempio quella di aumentare gli sconti anagrafici per lavoratrici donne con figli a carico. Potrebbe infatti in tal senso essere allungato a quattro mesi, il periodo di anticipo anagrafico che viene concesso per ogni figlio. Oltretutto, si tratta di una modifica che non riguarderebbe esclusivamente Opzione Donna, ma l’intero meccanismo previsto per le donne di anticipo pensionistico. 

La modifica su cui sta riflettendo il Ministero, avrebbe un costo complessivo di circa 700 milioni di euro

Secondo le prime stime che circolano dal Ministero del Lavoro, si tratterebbe di una modifica al sistema previdenziale che avrebbe un costo complessivo di circa 700 milioni di euro. Con le nuove modifiche apportate in legge di bilancio, attualmente si può entrare in Opzione Donna, soddisfacendo dei requisiti molto restrittivi rispetto alle versioni precedenti della misura. Per accedere a questo anticipo pensionistico, bisogna in primo luogo aver maturato almeno 60 anni di età, e un minimo di 35 anni di contributi. 

Opzione Donna può essere concessa soltanto alla lavoratrici donna caregivers, a quelle appena licenziate dall’azienda. O alle lavoratrici donne con una disabilità o invalidità superiore al 73 per cento.  Per ogni figlio a carico, è concesso alla lavoratrice donna di avere uno sconto anagrafico di un anno, fino ad un massimo di due anni. 

Per cui, una donna con due figli a carico, potrà andare in pensione con Opzione a 58 anni di età. E questo limite permane anche nel caso in cui siano più di due i figli a carico della lavoratrice. 

Naturalmente non tutti sono convinti che il governo sia davvero intenzionato a venire incontro alle richieste che arrivano da movimenti e sindacati. Sulla questione si è ad esempio espresso il segretario generale Uil Pierpaolo Bombardieri. Il sindacalista ha in primo luogo sottolineato l’ambiguità della Ministra Calderoli al termine dell’incontro. Secondo Bombardieri infatti “il Governo ha messo sul tavolo una prima intenzione di modificare la norma su Opzione donna. Ma non ha spiegato se sarà un’ulteriore modifica o il ripristino. Si è impegnato a modificare l’attuale norma e a darci risposta nelle prossime ore, nei prossimi giorni perché si stanno confrontando tra Ministero del Lavoro e MEF”

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