Legge 104, i caregiver possono rifiutare il lavoro notturno? Ecco quando è possibile

Tra i diversi benefici concessi dalla legge 104, molti si chiedono se dia anche diritto a particolari esenzioni per il lavoro notturno. Vediamo nel dettaglio cosa prevede la normativa di riferimento. 

La legge italiana inserisce nella categoria dei lavoratori notturni, tutte quelle professioni in cui è richiesto lavorare, in modo quotidiano e dunque in via  non eccezionale, almeno tre ore nella fascia notturna. E per un periodo di almeno ottanta giorni durante l’anno. Questo limite minimo viene però ricalcolato per legge se si tratta di un contratto di lavoro a tempo parziale. 

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Si tratta di un accordo tra l’impresa e il lavoratore che deve essere obbligatoriamente specificato nel contratto, laddove si parli di rapporti dipendenti. Diverso è il discorso per i titolari di Partita Iva. A questa categoria professionale cui può capitare invece di prendere incarichi in cui la fascia oraria non è necessariamente chiara e definita. 

Legge 104, cosa prevede la normativa sui lavoro notturni

Non necessariamente un lavoro notturno può risultare, agli occhi dello stato, più gravoso o stressante di una professione che viene invece svolta nelle ore diurne. Ci sono però dei casi, in cui ad alcuni lavoratori viene concesso di non poter essere assunti per lavori che si svolgono nella fasce orarie notturne

Accade ad esempio con i caregivers, i familiari che assistono una persona affetta da disabilità. E dunque, questa disposizione riguarda tutti coloro che beneficiano della Legge 104, per via del fatto che questa è stata riconosciuta a un loro parente o convivente. Questa categoria di lavoratori, i caregiver, vengono dunque esentati dall’obbligo del lavoro notturno. Termini e disposizioni, sono stabiliti dall’articolo 53 del decreto legislativo numero 151 varato nel 2001.

Nel testo si legge infatti come “non sono altresì obbligati a prestare lavoro notturno la lavoratrice o il lavoratore che abbia a proprio carico un soggetto disabile ai sensi della legge 5 febbraio 1992, n. 104, e successive modificazioni”. 

Ecco quando legge considera un familiare a carico 

Ma cosa si intende esattamente per legge con l’espressione “familiare a carico”? La definizione giuridica è stata introdotta nel decreto del 1992 con cui è stata istituita la legge 104. Nel testo viene chiarito che il caregiver può considerarsi tale solo nel momento in cui sia in grado di dimostrare l’effettiva assistenza che fornisca al familiare disabile. 

Legge 104, cosa fare in caso di richiesta di lavoro notturno

Nel momento in cui un lavoratore caregiver riceve una proposta di lavoro che lo obbliga al lavoro notturno, questi deve immediatamente scrivere una lettera di dissenso, contestando la richiesta che è arrivata dal datore di lavoro. L’invio deve avvenire per legge entro le 24 ore precedenti l’inizio della prestazione richiesta al lavoratore in violazione dei benefici predisposti dalla legge 104. I datori di lavoro che impongono il lavoro notturno a un dipendente, nonostante siano a conoscenza del fatto che egli benefici della legge 194 in quanto caregiver, vanno incontro a pesanti sanzioni. La legge prevede per la violazione di queste disposizioni una multa sanzionatoria. Può andare da un minimo di 516 euro a una massimo di 2582 euro. 

E nei casi considerati più gravi e lesivi dei diritti del lavoratore è prevista anche la pena detentiva. In questo caso il datore può andare incontro all’arresto, e a scontare una pena da due a quattro mesi.

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