Debiti, cosa rischia un nullatenente: la risposta non è scontata

Attenzione, cosa rischia un contribuente che ha dei debiti e risulta nullatenente? Ecco come funziona.

Luogo comune vuole che chi è nullatenente non rischi nulla anche in presenza di debiti pregressi. Ma è davvero così? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.

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Il periodo storico in cui viviamo non è sicuramente dei migliori. In particolare sono in tanti a riscontrare, purtroppo, delle serie difficoltà ad arrivare alla fine del mese. Questo per via dei vari fattori, come l’aumento generale dei prezzi, che pesano sulle nostre finanze personali.

A peggiorare la situazione il timore di possibili ripercussioni per via di alcuni debiti pregressi con il Fisco. Proprio in tale ambito vi è un luogo comune in base al quale chi è nullatenente non rischia nulla anche in presenza di debiti pregressi. Ma è davvero così? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.

Debiti, cosa rischia un nullatenente: tutto quello che c’è da sapere

In base alla normativa vigente è bene ricordare che il debitore risponde con tutti i suoi beni presenti e futuri. Questo almeno fino a quando non cadono in prescrizione. Ma non solo, in caso di decesso del debitore, il problema ricade sugli eredi. Una volta fatta questa premessa, è bene ricordare che vengono considerati nullatenenti le persone che non hanno proprietà o beni di valore che possono essere pignorati dai creditori al fine di soddisfare  eventuali debiti pregressi.

A tal fine è bene ricordare che vi sono dei limiti al pignoramento fissati per legge, volti a garantire la dignità e la sopravvivenza del debitore. Ne consegue che, a differenza di quanto si possa pensare, i nullatenenti non sono necessariamente persone senza beni. Bensì si tratta di persone le cui disponibilità economiche e patrimoniali non possano essere intaccate per nessun motivo, nemmeno in presenza di debiti.

A tal proposito è importante sapere che nel nostro Paese chi ha debiti con il Fisco non rischia il carcere. Ovviamente se non si paga un servizio, il fornitore può decidere di porre fine al contratto. Ma non solo, nel caso in cui il proprio creditore sia un istituto di credito, si rischia di essere iscritti nell’elenco dei cattivi pagatori. In tal caso sarà difficile in futuro riuscire ad accedere ad un credito.

Debiti, cosa rischia un nullatenente: i beni che non possono essere pignorati

Se si hanno debiti nei confronti dell’Agenzia delle Entrate, è bene sapere che la prima casa è impignorabile. Questo a patto che la casa sia di residenza e che non rientri nella categoria delle abitazioni di lusso o pregio. Gli immobili possono essere oggetto di pignoramento, invece, se il debitore ha altre proprietà oppure se la prima casa risulta essere di lusso. Questo può avvenire solamente nel caso in cui il debito sia di importo superiore a 120 mila euro.

Si viene considerati nullatenenti anche nel caso in cui nel proprio immobile non siano presenti oggetti di valore. Questo anche perché vi sono molti oggetti che non possono essere in alcun caso pignorati, perché indispensabili a garantire una vita dignitosa al soggetto debitore. Tra questi si annoverano ad esempio il frigorifero, la cucina, il letto, ma anche stufe, vestiti, tavoli e lavatrice. Fanno eccezione, ovviamente, eventuali oggetto di pregio.

Debiti, cosa rischia un nullatenente: occhio a pensioni e conto corrente

Vi sono inoltre alcune entrate che sono considerate non pignorabili. Tra questi si annoverano l’assegno di accompagnamento, quello di disoccupazione e la pensione di invalidità. Ma non solo, non possono essere pignorati i trattamenti pensionistici di importo inferiore a mille euro.

Sopra i mille euro, invece, può essere oggetto di pignoramento solo un quinto della pensione. Quest’ultimo da calcolare al netto del trattamento minimo vitale, pari al doppio dell’assegno sociale. Stesso discorso vale anche per lo stipendio. In entrambi i casi, infatti, il limite da rispettare nel corso del 2023 per il pignoramento è pari a 1.006,54 euro.

Nel caso in cui si tratti di debiti nei confronti dell’Agenzia Entrate Riscossione, i limiti da rispettare sono: un decimo sullo stipendio fino a quota 2.500 euro; un settimo dello stipendio fino a cinque mila euro e un quinto dello stipendio per importi superiori a cinque mila euro. Soffermandosi sul saldo del conto corrente, invece, può essere pignorata solamente la parte che eccede il triplo dell’assegno sociale, ovvero quota 1509,81 euro.

Debiti di un nullatenente: cosa rischiano i famigliari

In linea generale, nel caso in cui un nullatenente abbia dei debiti, i famigliari di quest’ultimo non rischiano nulla. I problemi possono tuttavia sorgere in caso di decesso del soggetto debitore. In quest’ultimo caso, infatti, i debiti ricadono sui figli, oppure sui coniugi o altri parenti. Questo solamente nel caso in cui soggetti interessati accettino il lascito ereditario.

Per questo motivo, in caso di decesso di un famigliare in condizione di nullatenenza è opportuno verificare l’eventuale presenza di debiti pregressi in modo tale da evitare di incorrere in spiacevoli inconvenienti. In tal caso, d’altronde, è sufficiente rinunciare all’eredità per non dover subire le conseguenze dei debiti contratti dal compianto famigliare.

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