A partire dal conto corrente fino ad arrivare alla casa, occhio ai nuovi limiti di pignoramento. Ecco cosa sta succedendo.
Anche nel corso del 2023, purtroppo, molte persone dovranno fare i conti con l’incubo pignoramento. Ma quali sono i nuovi limiti applicati nell’anno in corso? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
A partire dal Covid fino ad arrivare all’aumento generale dei prezzi, sono tanti purtroppo i fattori che hanno un impatto negativo sulle nostre vite dal punto di vista sia economico che sociale. Riuscire a far fronte alle varie spese risulta per molti sempre più complicato, con un numero crescente di persone che non riesce ad arrivare alla fine del mese.
Ad aggravare la situazione ci si mette il timore di dover fare i conti con le conseguenze derivanti da alcuni debiti pregressi. Proprio in tale ambito, pertanto, è bene sapere che anche nel 2023 vi sono dei limiti per quanto riguarda il pignoramento di case e soldi. Ma di quali si tratta? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
Pignoramento, dai soldi alla casa, occhio ai nuovi limiti: tutto quello che c’è da sapere
I limiti di pignoramento degli stipendi e dei conti correnti vengono aggiornati ogni anno in quanto hanno come riferimento l’importo dell’assegno sociale. Quest’ultimo, ricordiamo, differisce ogni anno per effetto della rivalutazione. Ebbene, nel corso del 2023 l’importo di tale assegno è aumentato fino a quota 503,27 euro al mese per tredici mensilità.
Entrando nei dettagli è bene sapere che in base alla normativa vigente non è possibile pignorare il minimo vitale, quest’ultimo pari al doppio dell’assegno sociale. Ne consegue che nel corso del 2023 il limite da rispettare per il pignoramento dello stipendio è pari a 1.006,54 euro.
Sempre soffermandosi sullo stipendio, inoltre, si ricorda che quest’ultimo può essere pignoramento fino a massimo un quinto. Nel caso in cui si tratti di debiti nei confronti dell’Agenzia Entrate Riscossione, invece, i limiti da rispettare sono pari a: un decimo sullo stipendio fino a quota 2.500 euro; un settimo dello stipendio fino a cinque mila euro e un quinto dello stipendio per importi superiori a cinque mila euro.
Pignoramento, dai soldi alla casa, occhio ai nuovi limiti: cosa cambia nel 2023
Il limite di pignoramento del trattamento di fine rapporto è pari a un quinto del valore complessivo netto. Per quanto riguarda il conto corrente, prendendo in considerazione il saldo di quest’ultimo, può essere pignorata solamente la parte che eccede il triplo dell’assegno sociale, ovvero quota 1509,81 euro.
Per finire ricordiamo che se si hanno debiti nei confronti dell’Agenzia delle Entrate, la prima casa è impignorabile. Questo a patto che sia la casa di residenza e che non rientri nella categoria delle abitazioni di lusso o pregio. L’immobile può essere pignorato, invece, se il debitore ha altri immobili di proprietà, se la prima casa risulta casa di lusso oppure non vi abbia dichiarato residenza.
Questo, è bene sottolineare, può avvenire solamente se il debito è di importo superiore a quota 120 mila euro. Tutti gli altri istituti, come banche e finanziarie, invece, possono provvedere al pignoramento anche della prima casa, senza alcun limite.