Facebook o Instagram? Con quale social si può guadagnare davvero: lo dicono le statistiche (e non solo)

C’è chi coi social network ci guadagna. Con uno in particolare. Ma anche questo tipo di marketing richiede il confronto col rischio di impresa.

Visto che il dibattito pubblico avviene perlopiù, anzi, quasi esclusivamente sui social network, tanto vale chiedersi quale sia, realmente, la portata di questi strumenti.

Social network
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In questo senso, le correnti di pensiero si diversificano fra coloro che ritengono i social un indicatore reale sulle tendenze della società, e chi invece ritiene i commenti “di pancia” e i trend del web qualcosa di ben più effimero. Trattandosi di uno strumento in grado di coinvolgere contemporaneamente milioni di persone anche a migliaia di chilometri di distanza, sulla potenza c’è poco da obiettare. Occhio però a non sottovalutare nemmeno l’influenza che i social esercitano, specie se utilizzati da coloro che, attraverso di essi, parlano direttamente a un nutrito seguito. Gli influencer possono essere categorizzati come una nuova figura nell’ambito lavorativo, anche se la proficuità sociale della loro attività resta in discussione. In primis perché l’influencer, di per sé, punta alla promozione di un proprio brand (anche sé stesso in alcuni casi) piuttosto che al welfare sociale.

Detto questo, il blackout di Meta di un anno e mezzo fa aveva reso evidente l’importanza che, oggi come oggi, i social network rivestono nell’ambito delle relazioni pubbliche. Attraverso di essi non viaggiano solo contenuti per diletto ma anche informazioni destinate a un uso lavorativo. Anzi, i social rappresentano un veicolo di promozione diretta, di contatto, di interazione, di confronto, anche se non sempre all’insegna della correttezza. Ma qui sta il punto: quanto possono realmente, i social network, essere uno strumento prioritario del proprio lavoro? Essere un influencer significa appartenere a un cerchia ristretta. Arrivare a fatturare cifre importanti ancor di più. Chiaramente c’è chi ci riesce, tramite un social in particolare.

Ecco il social più redditizio: c’è chi guadagna migliaia di euro

Due miliardi di persone possiede un account su Facebook. Ma, fra tutti, il social creato da Mark Zuckerberg è forse quello rimasto più fedele a sé stesso. O, quantomeno, alla concezione originaria dei social network come rete di connessione fra persone più o meno distanti, allo scopo di favorire la condivisione e l’interazione su temi di interesse comune. Per il resto, la possibilità di monetizzare tramite i propri post ha riguardato più altre piattaforme. Instagram in primis, vero e proprio terreno di coltivazione per la generazione degli influencer. Perché in fondo Instagram altro non è che un gioco sull’immagine, un’esposizione continua che qualcuno ha trovato il modo di rendere redditizia. Apparentemente, il guadagno appare semplice: promuovere una creazione, piuttosto che lanciare un brand e, una volta ottenuto un discreto seguito, iniziare a trarre guadagno dal volume di interazioni del post pubblicato.

In realtà, alle spalle del meccanismo c’è un ingranaggio complesso. Il quale, peraltro, non sempre funziona a puntino. Il guadagno, infatti, presuppone un numero estremamente nutrito di follower e questo dipende essenzialmente da due cose: la validità del proprio brand e gli investimenti che si è disponibili a fare. Perché anche la promozione può avere un costo, specie per ottenere i primi riscontri più ampi per i propri post (la classica sponsorizzazione). Instagram, in quanto social dell’immagine, punta tutto o quasi sulla capacità di catturare l’attenzione dell’utente tramite foto e video. Impatto visivo che, unito alla capacità di promozione, può creare un primo bacino di follower. Trattandosi di marketing, la sponsorizzazione di sé stessi è cruciale: una biografia interessante, capacità di attirare attenzione in poche battute, dichiarazione degli obiettivi. Tutti passaggi utili a creare una fidelizzazione.

Pubblicità e interazione

È chiaro che il prodotto offerto, si tratti di contenuti divulgativi o commerciali, richiede una certa qualità. La monetizzazione tramite le proprie pubblicazioni implicherebbe un aggiornamento costante degli strumenti di lavoro, rendendo il prodotto sempre di maggior qualità. Importante è anche mantenere coinvolgimento fra gli utenti, pubblicando storie e intrattenendo dialoghi continui, mostrandosi sempre pronti all’interazione anche tramite dirette live. Secondo le statistiche, Instagram è il luogo migliore per operazioni di questo tipo. Anche grazie all’uso della pubblicità che, tuttavia, richiede un costo per ogni inserzione. Per la serie, ok il guadagno ma serve anche la base di partenza.

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