Dal vaccino anti-Covid alle terapia oncologica: l’annuncio della scienza

Il vaccino come terapia di contrasto ai tumori. Moderna e Msd annunciano risultati incoraggianti ma ora si passa alla Fase 3.

Dallo studio condotto per la messa a punto di un vaccino contro il Covid-19, a una terapia di contrasto terapeutico contro tutte le forme di tumore. La ricerca prosegue sul sentiero già tracciato durante la pandemia.

Vaccino terapico
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Moderna e Msd hanno annunciato i risultati raggiunti sulle sperimentazioni relative all’uso della tecnologia con Rna messaggero nello sviluppo dei vaccini. In pratica, la stessa strada intrapresa per lo sviluppo dei vaccini anti-Covid. La quale, in fase di lavoro, ha mostrato più di qualche spiraglio in direzione di un’azione terapeutica contro melanoma e altre problematiche di natura oncologica. Le due big pharma hanno parlato di risultati incoraggianti, emersi nell’ambito della seconda fase di studio sull’uso combinato del vaccino sperimentale e un farmaco basato su un particolare anticorpo monoclonale. Combinazione che risulterebbe particolarmente efficace nella lotta al melanoma ma anche alle altre forme tumorali. Un passo avanti da parte della scienza, anche se non è ancora chiaro in che modo (e soprattutto quando) potranno essere resi operativi i nuovi studi.

La speranza, chiaramente, è che la ricerca possa produrre risultati utili in tempi brevi, più o meno come accaduto per la produzione di un vaccino contro il coronavirus. Moderna e Msd, da parte loro, hanno fatto sapere che i risultati ottenuti sono piuttosto incoraggianti. I dati preliminari hanno infatti dimostrato come l’applicazione della terapia specifica abbia ridotto il rischio di decesso per melanoma del 44%, anche i pazienti non sottoposti alla sola immunoterapia ordinaria. Un risultato salutato con soddisfazione anche dal noto oncologo Paolo Antonio Ascierto, direttore dell’Unità di Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto nazionale per lo studio e la cura dei tumori di Napoli. Secondo il quale, in caso di conferma, ci si troverà di fronte a un passo importante.

Vaccino e cura contro il melanoma: così si punta a combattere i tumori

In concreto, la sperimentazione della Fase 2 della ricerca condotta da Moderna e Msd è stata condotta su un totale di 157 pazienti. Ognuno dei quali combatteva un melanoma al terzo o quarto stadio. Quindi con spargimento di metastasi in un’area più o meno ampia rispetto al nucleo originale nel quale si era sviluppato. Tutti, inoltre, erano stati sottoposti a intervento di rimozione. Di fatto, i pazienti si trovavano nello stadio in cui il rischio di residuo delle cellule tumorali è più elevato anche se non immediatamente rilevabile tramite esami ad hoc.

Alla metà dei pazienti presi in esame, sono state somministrate in tutto nove dosi di vaccino, combinato con pembrolizumab. Un monoclonale inoculato per un periodo complessivo di circa un anno, a cadenza tri-settimanale. Un test che avrebbe fornito risultati più che positivi, considerando che gli eventi di rigetto o di reazione negativa al vaccino si sarebbero verificati per una ristretta percentuale di pazienti. Nello specifico, nel 14,4% delle terapie combinate e nel 10% con la sola inoculazione del monoclonale.

Risultati comunque incoraggianti per una sperimentazione possibilmente più ampia. La Fase 3, infatti, coinvolgerà pazienti più elevato e su un lasso temporale più esteso (3-5 anni). Chiaramente, i risultati saranno da validare, come ricordano gli stessi autori della ricerca. La notizia positiva è che la terapia in questione potrebbe essere applicata anche ad altre tipologie di tumore. Il vaccino è infatti personalizzato, costruito su proteine mutate presenti non solo nel melanoma ma anche negli altri tumori. Sulla base di queste informazioni, si procede alla fase di “processo” per la costruzione dell’Rna messaggero da inoculare. Procedimento valido per ogni tipo di condizione tumorale. Si tratta comunque di trattamenti terapeutici coadiuvanti, volti a evitare ricadute in pazienti già operati. L’obiettivo è fornire al sistema immunitario per riconoscere e contrastare lo stato di alterazione. La ricerca continua, anche su altri fronti.

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