Pensioni, mossa anti-inflazione: arrivano tre mesi di aumenti

Tre mesi di aumento, più l’eventuale tredicesima. Le pensioni scattano in avanti per il prossimo trimestre, in attesa della rivalutazione di gennaio.

 

Qualche novità in arrivo sul fronte pensioni, nonostante il sostanziale rallentamento sull’attesa riforma del sistema. E, per una volta, le novità dovrebbero essere positive.

Pensione aumento
Foto: Canva

In attesa che la perequazione faccia il suo lavoro, rivalutando di per sé gli assegni destinati ai pensionati, il decreto Aiuti-bis ha messo in cantiere un altro provvedimento che, aspettando di portare a compimento la rivalutazione degli importi a partire dall’1 gennaio, mira ad alzare ulteriormente l’asticella. Nello specifico, si guarda al mese corrente, oltre che a quelli di novembre e dicembre, tredicesima compresa. Questo significa che, accanto all’incremento previsto dalla quattordicesima per alcuni pensionati, altri si ritroveranno un aumento già a partire dall’assegno del mese di ottobre. La notizia è in realtà circolante già da qualche giorno, tanto che lo stesso Inps ha ufficialmente confermato le indicazioni nella circolare 114 del 13 ottobre.

Tre mesi di aumento in sostanza, con importo riconosciuto nel caso in cui il trattamento mensile complessivo risulti pari o inferiore a 2.692 euro. Inoltre, per quel che riguarda la rivalutazione prevista per il tasso di inflazione, l’importo complessivo di riferimento sarà al netto dell’incremento previsto per i tre mesi che verranno. In pratica, non sarà rilevante ai fini del calcolo, andando a terminare senza ulteriori incidenze al 31 dicembre 2022. Un aiuto che in realtà sposterà poco gli equilibri in senso generale ma che, comunque, andrà a rivedere al rialzo gli assegni percepiti da un buon numero di pensionati.

Pensioni, scatta l’aumento: a chi spetta l’assegno più alto per i prossimi tre mesi

La determinazione dell’importo poggerà sulle prestazioni riportate nel Casellario Centrale delle Pensioni, erogate dall’Inps come da altri enti. Non saranno tuttavia considerate quelle a carico delle Assicurazione facoltative né del Fondo del clero. Escluse anche le prestazioni di carattere assistenziale, quelle di accompagnamento alla pensione e le pensioni di vecchiaia con cumulo a formazione progressiva. Nei primi due casi, tuttavia, resta attivo l’obbligo di riconoscimento del 2% sull’importo della singola pensione, mentre resta escluso l’indennizzo per la cessazione dell’attività commerciale, come da normativa. In questo modo, il novero delle pensioni aventi diritto all’aumento del cedolino si assottiglia anche se non più di tanto.

Fra le novità introdotte, l’incremento di default dell’importo sui ratei di ottobre, novembre e dicembre, oltre che sull’eventuale tredicesima. In sostanza, il decreto non prevede l’inoltro di domande specifiche: qualora i pensionati figurino fra gli aventi diritto, nel cedolino troveranno la dicitura piuttosto intuitiva “Incremento D.L. Aiuti-bis”. In sostanza, non sarà necessario richiederlo: l’importo sarà riconosciuto “d’ufficio”. Senza dimenticare, come precisato dall’Inps, che l’importo sarà imponibile a fini Irpef e, per questo, soggetto a tassazione per tutte le tre mensilità in cui sarà riconosciuto. Per alcuni pensionati potrebbe scaturire il doppio vantaggio dell’incremento della mensilità già a ottobre in virtù della perequazione. Una novità interessante, anche se non per tutti.

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