Disturbi dal valore di 290 euro (mensili): quando l’INPS paga chi sta male

I disturbi che danno diritto agli aiuti economici dell’INPS sono anche quelli di natura psicologia e neurologica. Scopriamo di più.

L’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale sostiene i cittadini che soffrono di specifiche patologie. Vi rientrano anche le malattie del sistema nervoso.

disturbi INPS
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Quando si pensa all’invalidità e alle prestazioni erogate dall’INPS a chi soffre di malattie che impediscono di svolgere le normali attività quotidiane si pensa immediatamente a patologie cardiovascolari, respiratorie, a menomazioni fisiche e ai tumori. Eppure esistono malattie “invisibili” che peggiorano nettamente la qualità di vita delle persone affette e, spesso, si rivelano difficili da curare. Parliamo dei disturbi psicologici e del sistema nervoso che possono portare alla depressione e ad attacchi di panico. La pandemia ha provocato un aumento del numero di persone colpite da questa paura di affrontare la vita. Due anni di timori, di vicinanza alla morte, di confusione e incertezze sono difficili da superare soprattutto per i giovani a cui sono state tolte solide basi formative durante un periodo critico quale l’adolescenza. Ecco perché è nato il Bonus Psicologo ma questo non è l’unico aiuto per chi ha disturbi psicologici.

Disturbi psicologici, qual è l’aiuto dell’INPS

Il Bonus Psicologo del valore di 600 euro può essere l’aiuto iniziale necessario affinché la patologia depressiva non peggiori. Quando, però, il limite viene superato e tornare indietro diventa sempre più difficile, i disturbi psicologici e del sistema nervoso possono diventare invalidanti ed incidere negativamente sulla qualità della vita personale e lavorativa. Qui entra in gioco l’INPS con l’erogazione di 290 euro a chi soffre di depressione o disturbi simili.

La depressione, infatti, raramente si può superare senza essere curata. Dalla tristezza ci si riprende da soli, nella depressione ci si può rimanere intrappolati a lungo senza un adeguato intervento. Chi è depresso non vede uno scopo nella vita, non vuole alzarsi al mattino né vedere persone o svolgere il proprio lavoro. Giorno dopo giorno si distacca sempre più dalla normalità per chiudersi in un mondo in cui dominano paure, ansie e disillusioni.

E l’idea della morte spesso diventa l’unico pensiero fisso e tangibile a cui aggrapparsi. Bisogna aprire un varco in questo mondo prima che sia troppo tardi. La luce deve tornare ad illuminare il buio della mente ed impedire il peggio. Per riconoscere la depressione ed aiutare l’interessato è possibile individuare alcuni sintomi fisici. Insonnia, difficoltà digestiva, mal di testa, aumento di peso o eccessiva perdita dei chili.

Quando la depressione dà diritto all’invalidità

Per essere riconosciuta come malattia invalidante la depressione dovrà essere ricorrente, grave, con deficit moderato. In questo caso la commissione medica incaricata dall’INPS potrebbe assegnare un grado di disabilità compreso tra il 61 e l’80%. In caso di deficit grave, invece, verrebbe assegnato un grado del 100% che dà diritto alla pensione di inabilità.

Per ottenere il riconoscimento della patologia occorrerà affrontare l’iter previsto per qualsiasi altra malattia invalidante. Si inizia con la certificazione del medico curante e si finisce con il verbale redatto dalla Commissione dopo la visita medica.

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