Pellet, pericolo truffa: come difendersi dalle false vendite online

Nemmeno il pellet sfugge alla pratica truffaldina delle false vendite. La Polizia Postale mette a disposizione un vademecum contro le trappole del web.

 

Quando la pandemia era nel massimo della sua dolorosa progressione nella nostra quotidianità, si è molto riflettuto sugli effetti a lungo termine sulla società contemporanea.

Truffa pellet
Foto: Canva

La distanza forzata, il lungo periodo trascorso chiusi in casa, la consapevolezza di un virus circolante in grado di mietere migliaia di vittime e la sensazione di trovarsi a fronteggiare un peso comune, aveva lasciato sperare quantomeno in un maggiore empatia fra le persone, per sviluppare una sinergia tale da lavorare insieme alla ripartenza. Speranze in buona parte disattese, se non altro per la situazione diventata sempre più difficile con la crisi energetica e tutte le altre conseguenze portate dalla guerra in Ucraina. La prova che poco sia cambiato, però, può essere individuata anche in situazioni più “semplici”, anche se non meno pericolose. Durante la pandemia, infatti, il potenziamento delle pratiche digitali ha portato un incremento delle truffe online.

Phishing, smishing, attacchi hacker, malware e quant’altro: tutto finalizzato ad appropriarsi illecitamente del denaro altrui, violando la sicurezza dei dispositivi e sfruttando i canali online per mettere in atto dei veri e propri raggiri. Il tutto, naturalmente, senza tenere conto del periodo di difficoltà comune, né della fatica di tutti nell’arrivare alla fine del mese. Del resto, cyber o no, sempre di criminali si tratta. Per questo l’attenzione dev’essere sempre massima, così come un’informazione corretta sulle truffe del web e sugli indizi utili per riconoscerle. Truffe che, peraltro, non risparmiano nulla. Nemmeno prodotti come il pellet.

Un lettore ci racconta la sua situazione, legata proprio a un subito raggiro: “Ho comprato pellet da una ditta tramite il web. Tuttavia, dopo aver dato anche un acconto e aver ricevuto per ben otto volte la promessa della consegna, nessun prodotto mi è stato finora recapitato”.

Truffa del pellet, i finti venditori colpiscono sul web: consigli per non rimetterci

Una situazione abbastanza frequente quella della falsa vendita. Il pellet rappresenta solo uno dei tanti prodotti soggetti a compravendita online, resi appetibili da prezzi vantaggiosi e offerte competitive ma, in realtà, veicolati attraverso metodi di transizione tutt’altro che trasparenti. In generale, è sempre saggio diffidare di offerte troppo vantaggiose rispetto alla media, specie se il prodotto fosse messo in vetrina su siti non ufficiali o non famosi. Anche se, per la verità, tale regola vale in ogni caso. Considerando il boom avuto dal pellet (nonostante non abbia mancato di subire rincari al pari di ogni altro combustibile) come alternativa al riscaldamento tradizionale, i tentativi di truffa sono aumentati anche in questa direzione. Tanto che la Polizia Postale ha messo a disposizione dei cittadini un vademecum utile per riconoscere una situazione di rischio prima di ritrovarcisi dentro.

Tendenzialmente, i truffatori creano delle pagine fittizie, garantendo la fornitura di pellet (o di altro materiale) a prezzi concorrenziali. Un primo punto da tenere a mente: si tratta infatti di costi estremamente vantaggiosi, decisamente al di fuori della media generale, tanto da far annusare letteralmente puzza di bruciato. Se tuttavia questo non fosse l’elemento più utile per fiutare l’inganno, occhio ai metodi di pagamento richiesti. I sedicenti venditori richiedono saldo anticipato tramite un bonifico, oppure tramite con versamento su carta ricaricabile. Mancando, poi, di recapitare la merce all’acquirente. Una situazione complicata visto che, una volta effettuato il pagamento, potrebbe essere difficile tornare in possesso del proprio denaro.

Conclusione

Tali metodi di pagamento richiesti, al pari di acquisti “al buio”, ossia senza la possibilità di valutare la merce prima di comprarla, costituiscono degli elementi indicativi circa la possibilità di ritrovarsi di fronte a una potenziale truffa. In merito alla situazione esposta dal lettore, valgono i consigli della Polizia Postale. Quindi verificare, sul sito dell’Agenzia delle Entrate, che vi sia una corrispondenza fra la Partita Iva del venditore e un’azienda effettivamente esistente. Oppure controllare che non vi siano già segnalazioni di comportamenti fraudolenti a carico del medesimo. In questo senso, anche i feedback di gradimento potrebbero essere utili. Qualora il quadro risulti poco chiaro, non resterebbe che rivolgersi direttamente alla PolPosta.

Gestione cookie