Pasta, c’è un “ingrediente” sgradito: l’allarme degli esperti

Glifosato nella pasta, un test svizzero riapre il dibattito. Su 18 marche, la metà risulta “positiva” al pesticida. Ma ci sono esempi virtuosi.

 

Lunga o corta, con sugo oppure in bianco o in chissà quale altra variante, la pasta e la gastronomia italiana costituiscono un legame indissolubile. Praticamente un segno di riconoscimento a livello mondiale.

Pasta glifosato
Foto © AdobeStock

Nessuno tocchi la pasta, quindi. Affermazione serissima, visto il legame importante fra l’alimento e la tradizione culinaria del nostro Paese. E che vale anche in fase di produzione, non solo di preparazione. Per questo, negli ultimi mesi, si è deciso di porre un’attenzione particolare rispetto alla presenza di elementi di “disturbo” nella genesi del prodotto. Un test svizzero ha infatti evidenziato la presenza di alti livelli di glifosato in alcuni marchi di pasta, rendendo di fatto il problema piuttosto comune e di ampio respiro. Nonostante si parli di livelli infinitesimali, le ultime normative europee hanno posto un occhio sempre maggiore alla tutela dei consumatori, disponendo misure sempre più restrittive in relazione alla presenza di agenti erbicidi nel prodotto finito.

Un discorso simile era stato effettuato di recente sull’ossido di etilene, sostanza utilizzata durante la fase di coltivazione e lavorazione delle materie prime allo scopo di contrastare l’azione di insetti infestanti. Tuttavia tali sostanze, se presenti in percentuali eccessive, secondo gli esperti potrebbero incidere sulla salute dei consumatori. In alcuni casi, addirittura in termini cancerogeni. Chiaramente, le normative vigenti avevano posto già da tempo delle restrizioni sull’ossido, stringendo ulteriormente la vite come azione preventiva. Per il glifosato, però, il discorso è diverso.

Pasta e glifosato, ecco il nuovo test: alcuni marchi si salvano

L’ultimo test in merito è stato condotto dalla rivista svizzera K-Tipp, la quale ha analizzato 18 marchi di pasta di grano duro, integrale e biologica. Un’indagine che ha portato alla constatazione di una presenza rilevante di pesticidi all’interno della metà delle marche sotto esame. Un allarme relativo, dal momento che la posizione scientifica sul glifosato non è stata sempre concorde. Come erbicida, il suo utilizzo è piuttosto massiccio (recente un test sugli spaghetti), anche se negli ultimi tempi la Fondazione Airc per la ricerca sul cancro ha inquadrato la sostanza nella lista degli elementi con effetti “probabilmente cancerogeni” per la salute umana. Questo, tuttavia, non ha ancora prodotto un bando del suo utilizzo per legge.

A ogni modo, sia l’utilizzo che il consumo vengono inquadrati sotto determinati parametri. Il che, negli anni, ha portato alla riduzione del suo utilizzo, a fronte di procedimenti di produzione privi di influenze esterne. Non è un caso che, anche nell’ambito del test effettuato da K-Tipp, diversi marchi di pasta siano risultati totalmente privi di glifosato e di altre interferenze da pesticidi chimici. Fra queste, marche famose come gli spaghettoni Barilla, Pasta Aldi, Combino, penne integrali Barilla e rigate Coop. Un altro dato interessante riguarda la pasta bio: secondo gli analisti svizzeri, tale tipologia risulta la più sicura se si volesse scongiurare del tutto il rischio di incappare in pesticidi. Del resto, anche le marche risultate “positive” al glifosato si mantengono entro i livelli di guardia.

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