Spaghetti, l’analisi lascia di sasso: il glifosato è un problema serio

La rivista Oko-Test ha individuato in alcune note marche di spaghetti la presenza di tracce di glifosato. E, a quanto pare, non solo quelle.

 

Altro che folclore o stereotipo per eccellenza. Gli spaghetti sono un vero caposaldo della gastronomia italiana, oltre che una rappresentanza a livello internazionale.

Spaghetti glifosato
Foto © AdobeStock

Per capire fino a che punto, basterebbe fare la prova dell’assaggio all’estero. Difficilmente si riuscirebbe a ottenere un risultato all’altezza degli standard italiani. Niente di male, ovviamente. La cultura gastronomica è uno dei pilastri delle tradizioni del nostro Paese e, per la precisione, gli spaghetti ne costituiscono uno dei piatti maggiormente identificativi. E non solo a livello di ristorazione ma anche di cucina “domestica”, con un largo successo sia fra gli adulti che fra i bambini. Chiaro che, nel momento in cui gli esperti individuino problematiche relative a numerose marche di spaghetti, le certezze culinarie nostrane iniziano a traballare. Eppure, un’analisi effettuata dagli esperti della rivista tedesca Oko-Test, ha cercato di determinare se vi fosse ragione di dubitare della genuinità della pasta regina.

L’indagine ha riguardato 19 marche di spaghetti, con l’obiettivo di verificare se vi fosse o meno la presenza di glifosato, erbicida usato in fase di maturazione delle materie prime. Ebbene, addirittura sulla metà dei prodotti testati sarebbe emersa la presenza della sostanza in quantitativi superiori alle soglie consentite. Accanto al glifosato, inoltre, sarebbe stata individuata la presenza di componenti di olio minerale e persino di una tossina della muffa. Non certo una buona notizia. Anche peggiore nel momento in cui i risultati hanno riguardato più della metà delle marche verificate.

Spaghetti e glifosato, l’analisi sconcertante: le possibili conseguenze

Un problema serio, considerando sia i risultati emersi che il numero di marche coinvolte. Il glifosato, peraltro, è stato da tempo incluso dall’Agenzia internazionale per la Ricerca sul cancro (Iarc) fra le sostanze probabilmente cancerogene per l’uomo. Un inquadramento, in realtà, che non ha convinto altri enti internazionali, a cominciare dall’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa). Tuttavia, cancerogeno o no, il glifosato è considerata una sostanza in grado di arrecare gravi danni all’uomo, in primis ai bulbi oculari in fase di applicazione sulle coltivazioni. Inoltre, secondo l’Echa, risulterebbe tossico per gli organismi acquatici. Cosa c’entrano dunque gli spaghetti? Trattandosi di un erbicida, il suo utilizzo è legato alle colture e, di conseguenza, agli elementi base per la realizzazione del prodotto finito.

Tenendo presenti i successivi processi di lavorazione, il quantitativo che finisce all’interno del prodotto venduto è decisamente minimo. Infinitesimale a livello percentuale. Si tratta essenzialmente di tracce, individuabili unicamente tramite analisi di laboratorio. Questo non toglie che l’assunzione, soprattutto se costante, possa finire per provocare conseguenze decisamente indesiderate. Il glifosato, peraltro, è stato più volte messo all’indice per la possibile incidenza sulla biodiversità, in quanto pericoloso sia per le specie vegetali che per quelle animali, uccelli in primis. Tracce di tale sostanza, gli esperti di Oko-Test le hanno individuate in marchi piuttosto famosi, come Barilla, Buitoni e Combino. Tutte le altre marche fanno parte esclusivamente del mercato tedesco. Su 19 marche, 8 hanno comunque ottenuto il massimo dei voti in termini di qualità.

Per il resto, tutto è demandato a una discussione ormai annosa sull’utilità o meno del glifosato (le indagini sulla pasta sono piuttosto frequenti). L’approvazione a livello europeo è teoricamente limitata alla fine del 2022. Da capire cosa si deciderà a partire dal prossimo anno.

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