Riscaldamento, austerità invernale: il risparmio passa dal freddo

Risparmio domestico e anche (anzi, soprattutto) negli uffici. Il piano di ottimizzazione dei consumi inizia col riscaldamento. E chiede uno sforzo.

 

Piano di austerità in vista dell’inverno. E anche durante di esso. Non è chiaro quando scatterà ma sul fatto che effettivamente dovremo farci i conti sembrano esserci ben pochi dubbi.

Riscaldamento decreto
Foto © AdobeStock

Addirittura 15 giorni in meno di riscaldamenti, una settimana di ritardo nella prima accensione e una settimana prima di chiusura delle valvole. Il tutto senza la reale certezza che si possa realmente incidere sul costo della bolletta in modo significativo. Di sicuro, invece, si sentirà più freddo. Ma tant’è. In mancanza di misure risolutive dell’ultimo minuto, che difficilmente potranno essere messe in atto nel pochissimo tempo a disposizione e con una squadra di Governo ancora tutta da formare, il piano di risparmio energetico sembra essere realmente l’unica soluzione per la maggior delle famiglie. Nello specifico, per tutte quelle che non possono contare su fonti alternative di produzione energetica domestica (non solo le stufe a pellet). Ossia la stragrande maggioranza.

L’obiettivo è tenersi in riserva almeno 7 miliardi di metri cubi di gas, chiedendo ai cittadini l’ennesimo sforzo per mantenersi a galla. Ancora una volta senza la certezza che, effettivamente, tutti riescano ad aggrapparsi al barile. Anche perché, al momento, le idee non possono essere realmente chiare. Fra la promessa delle scorte sufficienti per superare agilmente l’inverno alla garanzia del Governo uscente di non risentire del taglio più gravoso da parte dell’Europa, emergono tutte le difficoltà di cui ancora si parla in merito al prosieguo della guerra in Ucraina. In questo senso, non ha aiutato nemmeno la falla del Nord Stream, i cui effetti sui rifornimenti all’Europa sono tuttora oggetto di discussione.

Riscaldamento, il piano di austerity: quando accendere e quando spegnere

Giro di vite sui consumi quindi, con invito chiaro alla cittadinanza ad adoperarsi affinché il risparmio passi innanzitutto dalle scelte domestiche. Il problema è che alcune di queste rischiano di essere obbligatorie più che a discrezione delle varie strategie di consumo. Ad esempio, il provvedimento del Ministero della Transizione ecologica potrebbe intervenire sul calendario di accensione, allungando di 15 giorni il periodo tendenzialmente previsto in base alle sei zone climatiche che dividono l’Italia. In questo modo, Milano potrebbe balzare dal 15 ottobre al 22 ottobre, per poi spegnere il riscaldamento il 7 aprile anziché il 15. Senza superare il limite orario giornaliero delle 14 ore. Diversa, chiaramente, la situazione a Roma, ossia nella zona climatica D. Qui si potrebbe dover attendere addirittura l’8 novembre anziché l’1, per poi spegnere tutto il 7 aprile. Con il limite di un’ora e un grado in meno durante il giorno.

Uno sforzo che, nelle intenzioni, dovrebbe consentire di tirare durante l’inverno senza rimetterci troppo. Anzi, come abbiamo visto, c’è anche chi ritiene che un grado in meno possa aiutare la forma fisica. E, per quanto riguarda il risparmio, i 18/19 gradi domestici sembrano effettivamente un viatico al risparmio senza spostare di molto gli equilibri. È altrettanto chiaro, però, che il grosso dello sforzo riguarderà gli uffici. Per i quali, secondo Enea, saranno necessari interventi diretti sui sistemi di climatizzazione e, quindi, anche sul riscaldamento. Questo perché sarebbero proprio tali dispositivi i maggiori responsabili del dispendio energetico (57% del totale). Con i sistemi di controllo intelligente, secondo l’ente si riuscirebbe a rosicchiare una percentuale fra il 7% e il 20% in termini di risparmio per il riscaldamento invernale. Anche in questo caso, però, il piano di austerità varierebbe in base alle fasce climatiche di appartenenza degli esercizi commerciali e degli uffici.

La regola generale è tuttavia sempre la stessa: tenere un regime di consumo orientato ai 18 gradi e spegnimento un’ora prima della chiusura, facendo affidamento sullo scatto di 1-2 gradi in salita a seguito della permanenza della persona per 30 minuti.. Obiettivo: -12% sui consumi. Sperando, come sempre, che non faccia troppo freddo.

Impostazioni privacy