Accompagnamento, revisione in vista: come cambiano gli assegni

La prossima Manovra dovrà dare risposte anche sul riequilibrio degli assegni di invalidità. Anche per chi prende l’accompagnamento.

 

Il futuro delle pensioni (e dei futuri pensionati) è ancora tutto da scrivere. Quel che appare certo è la necessità di riformare un sistema che, al momento, fa ancora troppa acqua.

Indennità accompagnamento
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E che, soprattutto, si poggia su misure tampone, proroghe e provvedimenti provvisori, in grado di dare risposte solo a un numero limitato di lavoratori e praticamente nell’immediato. Il settore pensionistico, tuttavia, ha una serie piuttosto ampia di branche che, in alcuni casi, non riguardano prettamente l’uscita dal sistema lavorativo. Qualche novità, ad esempio, è stata registrata per quel che riguarda l’aumento dell’importo minimo degli assegni di invalidità, a seguito di una sentenza pronunciata dalla Corte Costituzionale. Un pronunciamento che ha già modificato sostanzialmente alcuni passaggi del tema ma che potrebbe sortire qualche ulteriore passo. A essere pronosticata è in primis la revisione del sistema previdenziale, per poi approdare alla rimessa a punto vera e propria delle somme.

La Corte Costituzionale si è espressa in merito alla questione di legittimità avanzata dalla Corte d’Appello di Torino, sulla base di un ricorso presentato da una donna di 47 anni con invalidità al 100%. E per la quale era stato predisposto un assegno di 286,66 euro al mese. Una somma che, per i giudici, costituiva una violazione dell’articolo 36 della carta costituzionale. Nel quale, viene specificato il diritto a mezzi adeguati per i lavoratori in caso di infortunio, malattia e disoccupazione involontaria. Una vicenda che risale al 2020 ma che, con la Manovra in vista, ritorna prepotentemente in auge.

Accompagnamento, la sentenza che rivede gli assegni: cosa potrebbe cambiare

In merito al caso specifico, tenendo conto del reddito, l’assegno di 286,66 euro dovrebbe passare, secondo i giudici, perlomeno a 516 euro mensili. Chiaramente, se realmente si dovesse procedere a una modifica dell’importo minimo sulla pensione di invalidità, di rimando il sistema pensione potrebbe essere rivisto anche in merito ad altri strumenti, indennità di accompagnamento in primis. Ad esempio, per quel che riguarda il 2022, l’assegno è salito in modo quasi impercettibile, toccando quota 520,29 euro al mese per coloro che, con invalidità totale e permanente al 100%, necessitano di un accompagnatore. Ossia, sono impossibilitati a svolgere in autonomia le mansioni quotidiane e anche i più semplici atti ordinari. L’assegno, in pratica, è salito nemmeno di 3 euro.

Al fine della richiesta dell’indennità, occorre che questa sia concessa in via esclusiva. Il beneficiario non dovrà quindi essere in possesso di ulteriori indennità simili per invalidità contratta sul lavoro, per servizio o in guerra. Considerando che la Consulta ha però ritenuto inadeguato un assegno di invalidità pari a 285,66 euro al mese, il futuro delle varie indennità è passato per l’incremento al milione. Tuttavia, la recente Nadef (Nota di aggiornamento al Def) non ha dato indicazioni significative sull’aumento degli assegni di invalidità. Un po’ per il poco margine di manovra del documento, un po’ per l’assenza provvisoria di un nuovo Governo.

Andranno quindi capite quali saranno le effettive possibilità di riequilibrare la situazione anche per altri affetti di invalidità che percepiscono assegni non sufficienti a garantirsi una sussistenza. Di contro, andranno mantenuti i parametri per far sì che i conti pubblici non risentano degli aumenti. Ancora una volta, sarà la Manovra finanziaria a determinare i prossimi passi.

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