Pensione, andarci fino a 7 anni prima è possibile: ecco in quali casi

Uscire dal mondo del lavoro fino a sette anni prima del previsto è possibile. Ecco come funziona e chi ne ha diritto.

Ottime notizie per molti lavoratori che in possesso di determinati requisiti e in determinati casi possono uscire dal mondo del lavoro fino a sette anni prima del previsto. Ma chi ne ha diritto e come funziona? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.

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Alimentazione, abbigliamento, bollette di luce e gas e chi più ne ha più ne metta. Sono davvero tanti i costi da dover sostenere e che hanno un peso non indifferente sulle nostre tasche. Una chiara dimostrazione di come i soldi si rivelino essere utili in diverse circostanze. A tal fine, quindi, a ricoprire un ruolo importante si annoverano il lavoro prima e la pensione poi. Questo in quanto entrambi ci permettono di ottenere il denaro necessario per far fronte alle varie spese.

Proprio soffermandosi sul trattamento pensionistico, come noto, per accedere a tale prestazione economica è necessario aver maturato determinati requisiti dal punto di vista sia dei contributi che anagrafico. A tal proposito, pertanto, interesserà sapere che giungono buone notizie per molti lavoratori. Quest’ultimi, infatti, possono uscire dal mondo del lavoro fino a sette anni prima del previsto. Ma chi ne ha diritto e come funziona? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.

Pensione, andarci fino a sette anni prima è possibile: tutto quello che c’è da sapere

Abbiamo già avuto modo di vedere che giungono ottime notizie per molti lavoratori che in possesso di determinati requisiti possono uscire dal mondo del lavoro con 15 anni di contributi. Ebbene, oggi, invece, ci soffermeremo su un’altra possibilità, ovvero quella di uscire dal mondo del lavoro fino a sette anni prima del previsto. Ma chi ne ha diritto e come funziona?

Entrando nei dettagli, bisogna sapere, questo è possibile grazie all’assegno straordinario. Quest’ultimo si presenta come una forma di sostegno al reddito che permette, appunto, di andare in pensione fino a cinque anni, o addirittura sette anni, prima rispetto ai requisiti pensionistici attualmente richiesti per accedere alla pensione di vecchiaia o anticipata.

Pensione, andarci fino a sette anni prima è possibile: i chiarimenti dell’Inps

In particolare, in base a quanto si evince dal sito dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale: “il personale dipendente delle aziende di credito coinvolto in processi di ristrutturazione o riorganizzazione aziendale, compreso quello con qualifica di dirigente, può essere ammesso a fruire dell’assegno straordinario per maturare i requisiti minimi per l’accesso al trattamento pensionistico (il più prossimo tra quello anticipato o di vecchiaia)”.

Questo, è bene ricordare: “a carico della gestione previdenziale obbligatoria di appartenenza entro un periodo massimo di cinque anni dalla data di risoluzione del rapporto di lavoro“. Sempre stando a quanto si evince dal messaggio Inps numero 3401 del 16 settembre 2022, grazie al decreto legislativo del 14 settembre 2015 la durata massima dell’assegno straordinario è stata però aumentata da cinque a sette anni.

Pensione, andarci fino a sette anni prima è possibile grazie all’assegno straordinario

Ad averne diritto, ricordiamo, sono i lavoratori dipendenti di aziende che avviano piani di ristrutturazione o riorganizzazione aziendale e destinatarie di Fondi di solidarietà. Si tratta, a tutti gli effetti, di una sorta di accompagnamento alla pensione, riconosciuto a partire dal mese successivo a quello in cui termina il rapporto di lavoro.

Per quanto concerne l’importo, invece, è sempre il medesimo e viene riconosciuto fino al mese prima a quello in si maturano i requisiti necessari per accedere alla pensione di vecchiaia o anticipata a cui il lavoratore avrebbe diritto al momento della cessazione del rapporto di lavoro.

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