Pensione, uscire dal mondo del lavoro con 15 anni di contributi è possibile: chi ne ha diritto

Buone notizie per molti lavoratori che in possesso di determinati requisiti possono uscire dal mondo del lavoro con 15 anni di contributi. Ecco chi ne ha diritto.

Andare in pensione con 15 anni di contributi, purché in possesso di determinati requisiti, è possibile. Ma chi ne ha diritto e come funziona? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.

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Il lavoro nobilita l’uomo permettendo di ottenere i soldi necessari per riuscire a far fronte alle varie spese della vita quotidiana. Allo stesso tempo, però, non si può negare come spesso si riveli essere anche fonte di problemi, tanto da portare in molti a desiderare di poter finalmente andare in pensione.

A tal fine, come risaputo, bisogna aver maturato determinati requisiti dal punto di vista sia anagrafico che contributivo. Ebbene, proprio in tale ambito giungono buone notizie per molti lavoratori che in possesso di determinati requisiti possono uscire dal mondo del lavoro con 15 anni di contributi. Ma chi ne ha diritto?  Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.

Pensione, uscire dal mondo del lavoro con 15 anni di contributi è possibile: tutto quello che c’è da sapere

Abbiamo già avuto modo di vedere assieme che giungono ottime notizie per molti pensionati che dal 2023 potranno ottenere un aumento sul cedolino pari a 50 euro per effetto della rivalutazione. Sempre soffermandosi su tale trattamento, inoltre, interesserà sapere che giungono buone notizie per molti lavoratori.

Quest’ultimi, infatti, purché in possesso di determinati requisiti, possono uscire dal mondo del lavoro con 15 anni di contributi. Ma chi ne ha diritto e come funziona? Ebbene, questo è possibile nel caso in cui si rientri un una delle tre deroghe Amato. In particolare, in base a quest’ultime, è possibile uscire dal mondo del lavoro purché si rientri in uno dei seguenti casi:

  • lavoratori che hanno versato 15 anni di contributi prima del 1992;
  • coloro che hanno richiesto e ottenuto l’autorizzazione al versamento dei contributi volontari entro il 31 dicembre 1992;
  • lavoratori dipendenti con un’anzianità contributiva pari ad almeno 25 anni, di cui 15 anni devono essere effettivi da lavoro. Allo stesso tempo almeno dieci anni di contributi devono essere discontinui.

Soffermandosi su quest’ultimo caso ricordiamo che vengono considerati discontinui i periodi in cui non si siano versati contributi a sufficiente per coprire l’anno, ovvero se risultano svolte meno di 52 settimane di lavoro per ciascun anno.

Visti i requisiti necessari per accedere al trattamento pensionistico con 15 anni di contributi, quindi, in molti potrebbero pensare che sia sufficiente aver registrato il primo accredito nel 1997. In realtà, però, non è così.

Le deroghe Amato, infatti, sono rivolte solamente a coloro che hanno maturato dei contributi prima del 1° gennaio 1996. Ne consegue che per poter andare in pensione beneficiando della terza deroga Amato bisogna avere versato almeno un contributo prima di tale data.

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