Il lato oscuro del congedo straordinario: quando il dipendente rischia il licenziamento

Il dipendente che richiede il congedo straordinario deve prestare attenzione alla procedura o rischierà il licenziamento. Approfondiamo la questione.

L’INPS in seguito a controlli può riscontrare infrazioni al regolamento del lavoratore dipendente e servire al datore di lavoro un motivo di licenziamento.

congedo straordinario
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I titolari di Legge 104 possono chiedere il congedo straordinario per assistere un familiare con disabilità grave. Parliamo di una misura che permette al lavoratore dipendente di assentarsi dal luogo di lavoro per un massimo di due anni. Condizione necessaria è la convivenza con la persona invalida che dovrà essere attestata tramite certificazione. A disciplinare il congedo straordinario una serie di direttive che definiscono la prestazione in modo tale che il dipendente – sia del settore pubblico sia del privato – sia a conoscenza della procedura da mettere in atto per richiedere il congedo senza rischiare il licenziamento. L’informazione che spesso manca è la necessità di presentare domanda di assenza dal lavoro per assistere un familiare disabile grave non solo al datore di lavoro ma anche all’INPS. L’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale è l’ente che eroga la prestazione e occorrerà attendere la sua autorizzazione per iniziare il periodo di assenza.

Congedo straordinario, chi può farne domanda

Il lavoratore dipendente che possiede i requisiti per richiedere il congedo straordinario – in primis la titolarità della Legge 104 – può farne domanda seguendo una precisa procedura. In caso di errori o dimenticanze, il richiedente rischia gravi sanzioni disciplinari fino ad arrivare al licenziamento.

Secondo la normativa, beneficiari del congedo straordinario sono – in ordine di priorità – il coniuge convivente o parte dell’unione civile, il convivente di fatto, i genitori del disabile (anche affidatari o adottivi), i figli conviventi, fratelli o sorelle e parenti o affini entro il terzo grado. Continuiamo con i figli non conviventi ma intenzionati a trasferirsi in seguito alla richiesta di congedo straordinario per tutta la durata della prestazione. A partire dal coniuge, dunque, gli altri beneficiari intervengono qualora il familiare più alto nell’ordine di priorità sia mancante, deceduto o affetto da patologia invalidante.

Cosa accade senza autorizzazione INPS

Tra le direttive che disciplinano la prestazione l’esclusione di divere categorie di lavoratori. Parliamo degli autonomi, degli addetti ai servizi domestici e familiari, gli agricoli giornalieri, i lavoratori a domicilio e i parasubordinati. Sono esclusi anche i dipendenti con contratto part time verticale. Se la richiesta di congedo dovesse partire da un lavoratore appartenente alla lista degli esclusi l’INPS non accorderebbe l’autorizzazione.

Altra condizione principale l’assistenza ad un familiare con disabilità grave accertata da una Commissione medica INPS. L’ente dovrà verificare la sussistenza di questo requisito nonché delle altre condizioni. Per farlo avrà bisogno di un periodo di tempo successivamente al quale potrà fornire l’autorizzazione al richiedente. Ebbene, se il lavoratore dovesse assentarsi dal lavoro mentre attende ancora tale autorizzazione risulterebbe a rischio licenziamento. Lo ha stabilito la Cassazione riscontrando nel comportamento del dipendente i presupposti per essere licenziato per assenza ingiustificata.

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