Superbonus, altra doccia fredda: la decisione delle banche cambia tutto

Alcune banche fermano le cessioni del credito per il Superbonus. Il motivo è legato alla necessità di ulteriori controlli. Ma c’è un problema…

 

Con le elezioni in vista, il futuro del Superbonus appare sempre più incerto. Almeno per ora. Il problema non riguarda tanto i lavori già avviati, quanto quelli richiesti ma ancora in fase procedurale.

Superbonus banche
Foto © AdobeStock

Per il momento, la premura principale riguarda il mercato dei crediti edilizi derivanti dall’agevolazione del 110% di detrazione e delle altre parallele riguardanti i lavori edili. Nei mesi scorsi, era stata garantita l’estensione dell’accesso alla cessione del credito a tutti i correntisti con Partita Iva, proprio allo scopo di agevolare le richieste e, di conseguenza, l’accesso all’agevolazione (e alle sue risorse). Sarebbero tuttavia sorte ulteriori problematiche a livello burocratico che, anche in questo momento, metterebbero a rischio la fluidità della procedura di cessione del credito. Alcune banche hanno deciso di sospendere nuovamente le pratiche in alcune particolari situazioni, mettendo nuovamente in crisi l’intero sistema. Anche in vista del 2023.

Il problema, stavolta, sarebbe da ricercare nella responsabilità solidale e nell’impossibilità di adempimento da parte dei richiedenti. Il che avrebbe convinto gli istituti di credito a procedere con un supplemento di controlli, in base alle linee guida Abi sulle operazioni di diligenza. Nel mirino ci sono le pratiche già avviate, con sospensione contestuale delle nuove acquisizioni. Il tutto in un momento piuttosto particolare per la principale delle agevolazioni edilizie introdotte per supportare l’esborso sugli interventi strutturali (e non solo). Diverse novità erano state infatti introdotte dalla Circolare 23/E dell’Agenzia delle Entrate, che aveva disposto la possibilità di inciampo nella cosiddetta responsabilità solidale, oltre che nell’uso irregolare (o eccessivo) del Superbonus.

Superbonus, il nodo della responsabilità solidale: ecco di cosa si tratta

Per quel che riguarda la responsabilità solidale, si tratta di una modifica sostanziale. Prima delle variazioni introdotte dalla circolare, infatti, ai concessionari era imputabile unicamente l’uso irregolare o eccessivo del bonus. Ora, invece, il nuovo provvedimento ipotizza la possibilità che gli istituti di credito possano omettere le verifiche necessarie a garantire la regolarità dell’agevolazione. Necessarie (oltre che obbligatorie) per scongiurare le ipotesi di frodi o altre irregolarità connesse alla fruizione del Superbonus. Chiaramente, a fronte della mole di richieste pervenute, per le banche è diventato necessario porre un argine per riuscire a completare l’iter di verifica richiesto, al fine di non incorrere in irregolarità formali. Per questo una buona parte degli istituti ha deciso di sospendere le operazioni di cessione del credito, preoccupando non poco i cittadini.

Il problema, infatti, è che l’eventuale rallentamento delle pratiche e la possibilità che i lavori non vadano a compimento, espone i fruitori dell’agevolazione al rischio di dover pagare il tutto di tasca propria. Anche perché, stando all’andazzo politico, di risorse per il rifinanziamento non ne verranno stanziate. Per quanto riguarda i lavori da avviare, invece, si rischia di restare con un pugno di mosche. Senza il via libera alla cessione del credito, infatti, non vi sarà la possibilità di avviare i lavori per mancanza della necessaria liquidità. In questi casi, tutto sommato, il problema sarà relativo. Per le cessioni già avviate, invece, il momento di incertezza non fa dormire tranquilli. L’unica speranza sarebbe la proroga ma, anche su questo punto, vigono più dubbi che buoni auspici.

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