Superbonus 110%, il 30 settembre succederà qualcosa: c’è chi rischia grosso

Una delle misure che negli ultimi tempi ha forse più convinto gli italiani e non solo loro. Una iniziativa che ha fatto felici un po’ tutti.

Oggi più che mai, considerando anche il periodo che è arrivato successivamente all’ufficializzazione di tale misure, il Bonus 110% risulta essere uno dei provvedimenti in assoluto più apprezzati dai cittadini italiani. La possibilità di provvedere alla ristrutturazione del proprio immobile, singolarmente o a livello condominiale ha allettato un numero impressionante di cittadini.

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Dal momento della sua ufficializzazione, cosi come anticipato non si conta il numero di cittadini o di gruppi di cittadini, nel caso di lavori condominiali, che hanno richiesto di aderire a tale misura. Maglie strette per quel che riguarda i requisiti d’accesso e di conseguenza la chiara necessità, l’obbligo anzi di procedere per tutte le operazioni del caso nel modo più trasparente possibile. Condizioni che spesso hanno causato non pochi problemi.

La questione crediti, con le aziende che hanno iniziato ad accettare lavori su lavori senza in realtà essere in grado di gestire i vari impegni sottoscritti. Il tutto ha generato come ovvio che fosse una sorta di cortocircuito con i lavori man mano bloccati e le imprese obbligata a procedere gradualmente alla conclusione delle varie operazioni nei cantieri già aperti. La solita svolta all’italiana insomma, che ha penalizzato numerosissimi cittadini, colpevoli di essersi affidati alle persone sbagliate.

A questo punto però c’è un nuovo problema per i cittadini. Stando agli accordi sottoscritti, previsti dalla stessa misura, le imprese impegnate nei vari cantieri hanno l’obbligo di aver provveduto al raggiungimento di uno stato di avanzamento lavori per almeno al 30%. Nel caso in cui tale percentuale di avanzamento lavori non fosse raggiunta per la data prevista si potrebbe rischiare addirittura a perdite dell’agevolazione per il contribuente. Per l’impresa, invece, il rischio di perdere i soldi pattuiti perchè non in grado di rispettare le scadenze imposte.

Bonus 110% in arrivo lo scoglio del 30 settembre: ecco cosa dice il contratto di esecuzione dei lavori

Per andare a comprendere, ipotizzare cosa possa accadere nel momento in cui una impresa non riesca a garantire la consegna di almeno il 30% del lavoro entro il 30 settembre bisognerà consultare quello che è di fatto il contratto stipulato tra cliente ed impresa. La soluzione insomma potrebbe arrivare grazie alla conversione di legge del DL 115/2022, c.d decreto Aiuti-bis. Attualmente, infatti, in merito all’applicazione della legge in merito al Superbonus 110% per immobili per le spese saldate entro il prossimo 30 settembre 2022.

Chi dovesse trovarsi nella condizione di andare oltre il 30 settembre per la consegna di almeno il 30% rischierebbe di perdere il bonus. Questo, anche per il successivo pagamento con scadenza 31 dicembre 2022. A questo punto è bene chiarire che non è sufficiente pagare il 30% di quanto pattuito come spesa per i lavori. Importante è raggiungere almeno il 30% in fase di avanzamento dei lavori stessi. Tale calcolo può essere completato considerando anche quei lavori non agevolati dallo stesso bonus. La percentuale è valutata in base all’intervento complessivo.

Nel caso in cui non si rispettasse la scadenza pattuita del 30 settembre, il bonus andrà a coprire soltanto le spese sostenuta per i lavori effettuati e pagati fino al 30 giugno 2022. Ad ogni modo, cosi come anticipato il tutto potrebbe risolversi grazie alla conversione in legge del DL 115/2022, c.d. decreto Aiuti-bis. Tra gli emendamenti che andranno in discussione in Senato in questi giorni risulta la presenza di alcuni che potrebbero spostare la scadenza del 30 settembre al 31 dicembre. In questo caso lo scenario cambierebbe del tutto.

In questo caso il problema, eventualmente sarebbe risolto. Scadenza a fine anno e tutti felici e contenti. Un provvedimento che piace tanto agli italiani che però ha portato ad una serie di inattese complicazioni. Ora il tutto potrebbe risolversi, almeno per il momento. Si vedrà.

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