Reddito di Cittadinanza, se non ti presenti te lo tolgono: è ufficiale

Il Reddito di Cittadinanza è una misura, teoricamente, propedeutica al reinserimento nel mondo del lavoro. Per questo mancare i colloqui non è un buon affare.

 

Probabilmente non lo sarà nell’immediato, visto il poco tempo a disposizione e il caro bollette che grava sulle spalle dei contribuenti. Tuttavia, quando il nuovo governo sarà in sella, il tema del Reddito di Cittadinanza tornerà a occupare una posizione di rilievo nel dibattito politico.

Reddito di Cittadinanza
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Per la verità, l’argomento è stato fin troppo dibattuto. Anche perché lo stesso Governo Draghi non lo aveva visto di buon occhio, cercando di aggiustarne qualche passaggio per consegnare una misura che fosse realmente sia di supporto alle disponibilità economiche della cittadinanza che con un’effettiva propedeuticità al reinserimento dei beneficiari nel mondo del lavoro. Negli ultimi mesi, il tema è ricapitato spesso all’interno del dibattito. Non tanto per la misura in sé, quanto per la sua effettiva utilità in termini di future opportunità lavorative. L’obiettivo primario del Reddito di Cittadinanza, infatti, era quello di fornire un aiuto momentaneo alle famiglie prive di occupazione, per poi sviluppare un filo diretto con i Centri per l’impiego e provvedere al reinserimento.

Le prime battute del Governo Draghi hanno messo al centro della questione proprio il rafforzamento del legame fra tali enti e il RdC. Nello specifico, invitando questi a snellire le pratiche e le procedure burocratiche per semplificare il contatto coi beneficiari (e quindi i colloqui per le nuove proposte di impiego), e i cittadini a non pensarci troppo nell’accettarle. L’esecutivo aveva infatti modificato alcune delle impostazioni basilari del provvedimento, prevedendo decurtazioni per chi avesse rifiutato le proposte di lavoro e, addirittura, la rimozione della misura di sostegno al reddito a fronte di un secondo rifiuto. Provvedimenti correttivi che, lì per lì, avevano incontrato qualche convergenza, a patto che, effettivamente, il rapporto con i Centri per l’Impiego fosse realmente produttivo.

Reddito di Cittadinanza, colloqui obbligatori: ecco gli unici casi di deroga

Ora, col Governo Draghi ormai agli sgoccioli e le elezioni di settembre in vista, alcune forze politiche hanno ventilato addirittura la possibilità tale misura possa essere rimossa. Da un lato per sviluppare una nuova politica del lavoro realmente concreta per chi beneficia del Reddito di Cittadinanza. E, dall’altro, per rimettere in piedi misure come l’assegno di solidarietà. A ogni modo, un’altra parte dell’opinione pubblica punta più che altro sul miglioramento del beneficio in atto piuttosto che sulla sua rimozione. Temi e proposte che accompagneranno gli ultimi scampoli di campagna elettorale e che, una volta terminate le elezioni, saranno di competenza del nuovo governo. Per il momento, le direttive decise dalle ultime modifiche normative restano in piedi. E mancare l’appuntamento coi colloqui tenuti dai Cpi decisamente non conviene ai beneficiari.

Il giustificato motivo

Anche perché, chi riceve il Reddito di Cittadinanza è tenuto alla presentazione della Dichiarazione di Immediata Disponibilità al Lavoro (Did), documento che il sistema di gestione della misura ricorda nel momento in cui va a comunicare l’appuntamento per un nuovo colloquio. Il quale non potrà essere saltato, se non per giustificato motivo. In questa categoria rientrano casi di malattia o infortunio (da documentare), servizio civile o di leva in corso, stato di gravidanza, citazione da parte di un Tribunale e comprovati gravi motivi familiari. In tutte le altre circostanze, qualora non ci si presentasse si andrà incontro alle sanzioni previste. Decurtazione di una mensilità in primis, due alla seconda mancata presentazione. Qualora si manchi l’appuntamento per una terza volta, sarà addio al RdC.

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